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Per Renzi il Referendum è la partita della vita. Il saggio di Civiltà Cattolica

Il referendum del 16 ottobre 2016 sulle riforme costituzionali 2016 voluto da Renzi è una sorta di partita della vita, per Renzi e per il governo. È quanto si legge in un saggio di padre Francesco Occhetta in uscita domani sull’ultimo numero della rivista La Civiltà Cattolica in cui il gesuita si concentra nell’analizzare che cos’è realmente la Leopolda di Matteo Renzi, e cosa c’è nel futuro della convention del Pd inaugurata nel 2010 da Renzi e Civati alla Stazione di Firenze.

LA STRATEGIA DI RENZI

Nel saggio, Occhetta ha riassunto alla fine così la strategia del premier: “Il futuro passa anche attraverso il referendum del 16 ottobre 2016, che diventerà una sorta di partita della vita, per il Governo, per legittimarsi davanti alle principali cancellerie del mondo. Le mille Leopolde saranno lo strumento di consenso e di dibattito, il mezzo con cui Renzi vincerà o perderà la sua sfida politica”.

IL LEGAME

Ma qual è il legame tra questo evento e il Partito democratico? “Il Pd convive con la Leopolda nel modo evocato dall’antica massima latina: simul stabunt simul cadent, «insieme staranno oppure insieme cadranno»”, ha scritto Occhetta, aggiungendo che “per il segretario Renzi vale un’equazione: il Pd sta alla Leopolda come la cabina di pilotaggio di un aereo sta al suo motore”.

L’ULTIMA EDIZIONE

Ecco invece i costi, le presenze e lo slogan dell’ultima edizione: “Sul palco dell’ultima edizione, che è costata circa 300.000 euro e ha avuto circa 24.000 presenze, soltanto vecchie valigie, un timone, una scrivania con sopra una lampada e un mappamondo vintage. Erano presenti alcuni ministri — Maria Elena Boschi, Dario Franceschini, Giuliano Poletti, Marianna Madia e Graziano Del Rio —, che hanno risposto alle domande dei presenti, al modo del question time della Camera. Lo slogan era «Terra degli uomini», tratto da Saint-Exupéry. Anche il clima tra i partecipanti è stato meno informale del solito, a iniziare da un’atmosfera blindata dalla paura di possibili attacchi terroristici, che ha causato lunghe code ai metal detector”, si legge sul saggio di Occhetta.

LA CULTURA DEL TALENT SHOW

Per Occhetta la Leopolda ha del vincente:  “Mentre nei partiti tradizionali il fluire di persone e idee tra la società e le istituzioni è bloccato, alla Leopolda funziona”. Qualcosa starebbe però cambiando: “La selezione della classe dirigente non è più fatta dalla base nemmeno alla Leopolda. Anzi, in questi ultimi due anni anche nella Leopolda è entrata la cultura del talent-show, in cui si selezionano i migliori”, si legge su la Civiltà Cattolica.

DUE MODELLI DI SINISTRA

Il gesuita ha spiegato così la fase che sta attraversando la sinistra italiana: “Due modelli di sinistra convivono in un unico partito: quello della sinistra tradizionale, e quello di sinistra ‘liberale e maggioritaria’, che guarda al bipartitismo del modello americano. È questa nuova idea politica a giustificare gli opposti dell’azione di Governo, che considera lavoratori anche gli imprenditori e lotta contro gli sprechi e i privilegi”.

LE TRE VARIABILI

Dalla Leopolda deriverebbe per Occhetta il successo mediatico e la conquista di Palazzo Chigi di Renzi. Sul settimanale dei gesuiti diretto da Antonio Spadaro si legge che il suo futuro dipenderà da tre argomenti politici toccati da Renzi: “Anzitutto – ha commentato il gesuita – il suo atteggiamento prudente e molto filoamericano in tema di politica estera: ‘Noi non siamo contrari allo strumento militare, anzi, ma non si risolvono le cose bombardando di qua e di là'”. Secondo punto: “La gestione di un partito rabbioso, fatto di lotte fratricide ed equilibri interni, diviso da Torino a Milano, da Bologna a Roma e Napoli”, ha scritto Occhetta, concludendo il suo saggio aggiungendo “la conquista del voto di centro, quello moderato e riformatore sui temi sociali, che il Pd tradizionale non è riuscito a intercettare”.

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