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Come (e perché) Sarah Palin sostiene Donald Trump

Un comandante in capo che prenda il sedicente Stato islamico “a calci nel culo”: così, Sarah Palin, rediviva, ma non troppo, ex governatrice dell’Alaska ed ex candidata alla vice presidenza nel 2008 con John McCain, annuncia, nello Iowa, il suo sostegno a Donald Trump. Ad Ames, la Palin sale sul palco con un corpetto che non è certo sobrio e le spara subito grosse, com’è nel suo stile (e pure in quello di Trump, che la tiene d’occhio tra il compiaciuto e il preoccupato).

“Siete pronti – domanda la Palin – per un comandante in capo che ama il suo Paese e che non chiede scusa per il suo Paese? Che lascia fare ai suoi combattenti il loro lavoro?”. Di Trump, la Palin elogia l’essere contro l’establishment, a cominciare da quello repubblicano, e il non avere il culto del politicamente corretto: “È l’unico che ha il fegato di dire come stanno le cose”. E, inoltre, “non deve chiedere niente a nessuno per vincere”, nel senso che i soldi che spende sono suoi.

Donald ‘il rosso’ si mette al fianco la cacciatrice di caribou proprio nel giorno in cui  viene fuori che il maggiore dei figli di Sarah, Track, 26 anni, reduce dall’Iraq, è stato arrestato dopo aver picchiato e minacciato con un fucile d’assalto AR-15 la fidanzata di 22 anni, nella casa di famiglia, a Wallisa, in Alaska: “Credevo volesse spararmi”, ha detto la ragazza. Il giovane, che è sotto trattamento psicologico, come molti reduci, aveva bevuto parecchio e ora sarà processato.

A gioco lungo, la Palin potrebbe pure rivelarsi un handicap per la campagna di Trump, come lo fu per quella di McCain. L’ex aspirante Miss Alaska può infatti contribuire ad accrescere dubbi e diffidenze sulla candidatura del magnate dell’immobiliare, accentuandone estremismi e singolarità e danneggiandone la credibilità.

Nel frattempo, Trump rispolvera, contro l’immigrazione, un’operazione degli Anni Cinquanta, già molto discussa, l’Operazione Wetback: allora, furono espulsi centinaia di migliaia di messicani; oggi, si tratterebbe di cacciare 11 milioni di immigrati irregolari (il dato è una stima). A chi gli contesta quella vicenda come “un capitolo vergognoso della storia americana”, durante il quale furono compiuti rastrellamenti, abusi, vere e proprie deportazioni anche via mare su navi bananiere, Trump risponde: “Per me fu un’operazione molto efficace”, che ebbe “un grande successo”; e aggiunge: “Senza confini forti avremo un problema”.

Democratici: Hillary Clinton arranca nel New Hampshire

Sul fronte democratico, una notizia cattiva e una buona per la battistrada Hillary Clinton. Un sondaggio condotto dalla Cnn nel New Hampshire, prima del dibattito di domenica sera in diretta tv tra l’ex first lady e i suoi rivali, vede il senatore Bernie Sanders nettamente in testa nello Stato dove si voterà il 9 febbraio, con il 60% delle preferenze contro il 33% della Clinton.

L’ex segretario di Stato ha però ricevuto il sostegno di The Human Rights Campaign, la maggiore organizzazione Usa per i diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali e transgender: il gruppo intende mobilitare a favore della Clinton il milione e mezzo di suoi iscritti.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016



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