Quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato un intervento intriso di un’anima sociale che fa bene al Paese: un intervento che ha sapientemente evitato l’ennesima ricerca di un nemico sul quale scaricare le colpe, e che ha invece puntato tutto sul riferimento a valori come ‘legalità’, ‘onestà’, ‘solidarietà’, con una forte denuncia ‘alla società dello spreco’, ‘della corruzione’, ‘dell’evasione fiscale’.
Si tratta di passaggi tutt’altro che scontati, tutt’altro che retorici, con un forte richiamo alla realtà, espresso nei passaggi sul dramma della disoccupazione (e la necessità di lavoro, prima di tutto) e sulle difficoltà estreme in cui versano le famiglie. Con un’attenzione particolare anche al tema dell’immigrazione, attraverso un richiamo forte alla disponibilità all’accoglienza ma anche al rispetto delle ‘nostre leggi e della nostra cultura’ da parte di tutti coloro che arrivano in Italia.
Lavoro, dialogo, accoglienza sono proprio i temi che saranno al centro dell’incontro fra il popolo del Movimento Cristiano Lavoratori e il Santo Padre, il prossimo sabato 16 gennaio, quando in più di 10mila arriveranno da tutta Italia per incontrare Papa Francesco.
Ha fatto particolarmente piacere, nell’intervento del capo dello Stato, il richiamo alle difficoltà quotidiane di tante persone e famiglie… un riferimento, quello alla famiglia, che è stato invece il ‘grande assente’ dalla conferenza stampa di fine anno del premier Matteo Renzi, il quale sì è mostrato invece assai preciso nel prendere impegni su confuse leggi sui diritti civili, adozioni, leggi contro l’omofobia. E non mi sembrano affatto queste le vere emergenze e le urgenze dell’Italia.