Skip to main content

Angelo Panebianco e i fascistelli rossi pro Isis

Durante una visita in DDR (la ex Repubblica democratica tedesca sepolta nel 1989 dal crollo del Muro di Berlino) venni accompagnato a visitare un Museo del giocattolo impostato secondo criteri storicistici, nel senso che ogni tipologia veniva inquadrata nel contesto della sua epoca. Così scoprii che il classici soldatini erano collocati durante i regimi fascisti e guerrafondai. Chi scrive – a bambino avevo passato interi pomeriggi a “giocare ai soldatini’’ con gli amici – si sentì colpito nel vivo. “Ma come ? – chiesi subito – adesso non fabbricate più soldatini?”. ‘’Certo – mi fu risposto – ma li facciamo secondo una concezione difensiva’’. Mi è tornato in mente questo lontano episodio quando il ministro Roberta Pinotti  ha ribadito pubblicamente che i droni da combattimento agiranno in Libia soltanto a scopi difensivi.

++++

Ho sollevato giustamente un caso politico l’aggressione subita dal professore Angelo Panebianco durante una lezione nell’Ateneo bolognese. Panebianco ha voluto precisare che, nell’editoriale contestato dai teppisti, non intendeva schierarsi in favore di una guerra all’Isis, ma soltanto ribadire che in Italia non è presente una “cultura della difesa’’, peraltro necessaria in frangenti come quelli attuali, a fronte del dilagare del terrorismo sull’altra sponda del Mare Nostrum. Tutto ciò premesso rimane una inquietante domanda: ma se questi “fascistelli rossi’’ sono contrari alla guerra al Califfato, vuol dire che stanno dalla sua parte?

++++

E’ capitato anche al sottoscritto di essere contestato nell’Università di Bologna. Ero stato invitato, nel 2010, a partecipare ad una tavola rotonda su problemi sindacali e del lavoro. Durante la discussione si presentò in aula un gruppo di ragazzotti i quali brandivano uno striscione in cui stava scritto che non io avevo diritto di parlare nell’Ateneo in quanto sostenitore dell’accordo Fiat- sindacati (senza la Fiom) che ‘’aveva mortificato i diritti dei lavoratori a Pomigliano’’.  Distribuirono dei volantini, poi, come erano venuti, se ne andarono. Chissà se, alla prova dei fatti anni dopo, si sono ricreduti sulla validità di quella intesa?

×

Iscriviti alla newsletter