Che tristezza il Paese che cerca di esaudire i desideri dei ricchi e che trascura i bisogni dei poveri!
La discussione parlamentare sulle “unioni civili”, con marcatissima caratterizzazione politica, culturale, etica ha consentito a commentatori e opinionisti di accorgersi che in Italia ci sono i cattolici. Meno male. Una precisazione però va fatta: in politica non sono mai esistiti catto-dem o teo-con o fantasie del genere. Per chiarezza: chi si è fatto carico di conquiste sociali di libertà in Italia nel XX sec. è stato il movimento politico dei cattolici. Prima con la cultura “popolare” e poi con quella democristiana, al di fuori di queste non c’è nient’altro. Tertium non datur! È una caricatura ridicola dividere oggi i cattolici in politica tra catto-dem o teo-con. Lessico d’importazione, mai familiare con la storia del cattolicesimo! Neppure definibile.
Il Senato, d’accordo i gruppi politici di maggioranza e di opposizione (i confini sono ormai labili tra le due aree), ha deciso di rinviare alla prossima settimana la discussione della legge sulle “unioni civili”. I senatori prendano pure più di una settimana e rimettano sui giusti binari una legge che deve assolutamente salvaguardare la dignità della persona umana, tenendo conto dei diritti del bambino, evitando maternità surrogata e/o utero in affitto.
La democrazia è figlia di liberali, cattolici e socialisti. Mai viste altre culture democratiche affermarsi contro le predette. E’ tempo di un nuovo cominciamento, abbandonando radicalismi, agnosticismi, nichilismi da “pensiero debole” e guardando a liberalismo, socialismo, cattolicesimo politico. Il capitalismo selvaggio, cambiando pelle da luogo a luogo, smetterà di impoverire il Pianeta, se torna in campo la politica figlia delle grandi culture, il nemico che la ricchezza finanziaria teme davvero.
Il potere politico se è messo nelle mani di biscazzieri, di opportunisti senza scrupoli, di volgari parvenu porta alla fine della democrazia. Taluni cosiddetti intellettuali, che non disdegnano di rendere acritici servigi a pseudo-governanti, con le loro bislacche e risibili opinioni, riportate da importanti giornali, suscitano un’amarezza immane.