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Che succede tra Raffaele Fitto e Gaetano Quagliariello?

Si sono fatti la guerra per anni, in Puglia. Ora invece sembrano essersi gettati l’antico odio alle spalle in nome dell’antirenzismo. Parliamo di Gaetano Quagliariello e Raffaele Fitto. I due sono stati acerrimi nemici nella regione in cui Fitto è stato governatore. Quagliariello, napoletano, ai tempi del suo massimo splendore all’interno del Pdl decise di fare della Puglia una sua terra di conquista. E iniziò a muovere le truppe, forte delle relazioni intessute nell’area barese: il padre è stato rettore dell’Università di Bari e l’ex ministro trascorre spesso le vacanze in Puglia, in un trullo di sua proprietà. Fitto, dal suo feudo leccese, non gradiva e rispondeva colpo su colpo. Risultato: i due per anni si sono combattuti e a Roma quasi non si salutavano.

Ora, invece, qualcosa è cambiato. A fine gennaio Fitto è rimasto senza gruppo in Senato, dopo l’uscita da Conservatori e Riformisti di Lionello Pagnoncelli, approdato in Ala di Denis Verdini. Le voci raccontavano anche di altre possibili uscite, sempre verso i verdiniani, grazie alle doti ammaliatrici dell’ex banchiere fiorentino. Per Fitto sarebbe stata la catastrofe. Già verso Natale una parte dei suoi, tra cui Bianconi, gli scrisse una lettera per lamentarsi della poca visibilità e della scarsa incidenza politica della nuova formazione.

A questo punto, però, entra in scena Quagliariello che presta un senatore a Fitto, salvandogli il gruppo parlamentare, che sarebbe sparito di lì a poco anche per l’accelerazione imposta da Pietro Grasso, su input, dicono i maligni, di Luca Lotti. Il senatore in questione è Luigi Compagna, ex liberale e repubblicano, al suo settimo cambio di casa a Palazzo Madama in questa legislatura. Compagna stava in Gal, gruppo dove sta anche Quagliariello, e da dove ha messo in piedi una sua componente: Idea.

Ma perché Quagliariello ha salvato Fitto? In Parlamento circolano due versioni, entrambe plausibili. La prima racconta che lo abbia fatto per vendetta nei confronti di Renzi che non lo volle fare ministro. Che è anche uno dei motivi – si dice – per cui è uscito da Ncd. Verdini, infatti, in Senato ha messo in campo un’azione di scouting volta a rafforzare il governo tramite il suo gruppo. E nel mirino di Denis sono finiti anche i fittiani. Così facendo, Quagliariello ha blindato i senatori di Conservatore e Riformisti, mettendo un argine importante all’azione di Verdini, che dovrà andare in cerca di senatori da un’altra parte. Con buona pace di Renzi.

La seconda ipotesi è che i due, Gaetano e Raffaele, abbiano deciso di lasciarsi alle spalle gli antichi dissapori non solo in nome dell’antirenzismo, ma anche per costruire un possibile percorso comune. “Tra Quagliariello e Fitto sboccia la luna di miele”, titolava due giorni fa Il Corriere del Mezzogiorno un’intervista dove Quagliariello non esclude affatto questa possibilità. “Aver assunto questa decisione ovviamente ha un significato politico e può essere il primo passo per un percorso più ampio”, dice l’ex coordinatore di Ncd.

Se son rose, fioriranno. Nel frattempo i due ex nemici si sono ritrovati insieme a Roma a sostenere la candidatura di Alfio Marchini, che ha l’appoggio anche di Ncd. Partito che sta per cambiare nome per dare vita a una sorta di Margherita 2.0. E che, secondo indiscrezioni di stampa, cercherà un dialogo con Verdini, Scelta civica e fittiani. “Al centro tutto è in divenire, non si può escludere nulla. Ma credo che nessuno si muoverà fino al referendum. Poi, alla luce del risultato, tutto si metterà in moto. In un senso o nell’altro”, osserva Rocco Palese, deputato fittiano, pugliese, protagonista anch’egli degli epici scontro tra Fitto e Quagliariello negli anni passati. Il quale sorride di fronte alla novità: “Raffaele e Gaetano, chi l’avrebbe mai detto eh…?”.


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