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Cosa fanno Renzi e Guidi per attrarre investimenti nel Mezzogiorno

Il Sud non è condannato alla deindustrializzazione, ma potrebbe diventare un polo in grado di attrarre investimenti innovativi, come già accade per alcuni settori, come l’aerospazio.
Per questo, dopo aver dato il via a progetti di ricerca e sviluppo di grande dimensione attraverso i due decreti ministeriali Agenda Digitale e Industria Sostenibile, con cui sono stati messi a disposizione 400 milioni di euro su tutto il territorio nazionale, il governo valuta ora la possibilità di rafforzare entrambe le misure partendo dal Mezzogiorno.

LE PAROLE DI COZZOLI

Da Bari, dove in questi giorni presso la Fiera del Levante si tiene la Borsa internazionale dell’innovazione e dell’alta tecnologia, il capo di Gabinetto del ministero dello Sviluppo economico, Vito Cozzoli, ha fatto il punto sulle misure già messe in campo dall’esecutivo e su quelle ancora da realizzare a beneficio del Mezzogiorno. “Il Sud – ha spiegato Cozzoli in un suo intervento tenuto nel capoluogo pugliese – potrebbe affermarsi come una ‘Innovation factory’ in grado di attrarre e promuovere start-up e investimenti innovativi connotati da un orizzonte competitivo globale, dei cui risultati beneficerebbe il sistema industriale di tutto il Paese”.

LA RISPOSTA DELLE IMPRESE

Per il capo di Gabinetto del dicastero guidato da Federica Guidi, il nuovo meccanismo di promozione congiunta Mise-Regioni per progetti innovativi di grande dimensione sta dando i suoi frutti. Un esempio, ha spiegato Cozzoli, è “l’innovativo programma di investimento messo in campo da General Electric ed Avio in Piemonte, Campania e Puglia, per oltre 200 milioni di euro di investimenti complessivi, che sarà firmato nei prossimi giorni”. “I progetti che ci pervengono in risposta alle misure che il governo ha messo in campo negli ultimi mesi – ha poi aggiunto – evidenziano come esistano oggi le condizioni per far nascere, attorno alla cooperazione tra grandi aziende tecnologiche, centri di ricerca e piccole-medie aziende tradizionali”.

I VANTAGGI FISCALI

Accanto a questi strumenti, ha poi aggiunto Cozzoli, “sono state introdotte altre misure che intervengono sul versante dei vantaggi fiscali e del contenimento del rischio di iniziative altamente innovative”. Una di queste è “il Credito d’Imposta per le spese di Ricerca e Sviluppo, con 2,4 miliardi di euro di risorse disponibili a valere sul periodo di imposta 2015–2019”, che “consente di riconoscere a favore delle imprese che investono in tali attività, fino ad un importo massimo annuale di 5 milioni di euro”.

IL PATENT BOX

La seconda misura, invece, è “il Patent Box”, che, ha sottolineato, vuole fungere “da stimolo all’investimento in innovazione proteggibile da parte delle imprese, introducendo per la prima volta nel nostro ordinamento agevolazioni fiscali sui redditi derivanti dallo sfruttamento della proprietà intellettuale.

LA RISK SHARING FACILITY

A sostegno di questa tipologia di imprese, ha rammentato Cozzoli, c’è poi “la Risk Sharing Facility, divenuta operativa negli ultimi giorni”. Nei piani del Mise, “consentirà attraverso una sezione speciale del Fondo di Garanzia dotata di 100 milioni di euro, di coprire le prime perdite su portafogli di progetti di ricerca e innovazione, di ammontare minimo pari a 500 milioni di euro, promossi attraverso risorse finanziarie concesse della Banca Europea degli Investimenti”.

GLI SFORZI SUL KNOW-HOW

Infine, ha rivendicato Cozzoli, ci si è sforzati di “favorire il trasferimento del know-how generato in imprese innovative”, attraverso due principali misure: “un programma di seed investing Smart&Start, che ha previsto uno stanziamento di oltre 200 milioni di euro per prestiti a tasso zero per piani di investimento per start-up compresi tra 100mila e 1,5 milioni di euro, con previsione di una quota di fondo perduto nelle regioni del Mezzogiorno; e “il fondo di Venture Capital, “Italia Venture I”, dotato di 50 milioni di euro e gestito dalla SGR di Invitalia, Invitalia Ventures, con il target di arrivare fino a 100 milioni di euro”.

I SETTORI SU CUI PUNTARE

In questa corsa ad attrarre risorse e progetti ad alto valore aggiunto il Sud, per Cozzoli, non parte sfavorito, anzi. “I settori su cui la Biat ha deciso di puntare – ha rimarcato il capo di Gabinetto del Mise elencando “biotecnologie, Ict, nanotecnologie, materiali innovativi, energie rinnovabili, ambiente, nautica e tecnologie per le Smart community”, si prestano “molto bene a divenire protagonisti di questa nuova stagione di politiche industriali”.



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