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Come cambierà il sistema dei media in Vaticano

“La riforma è certamente benvenuta. Tutte le volte che mi si diceva che bisognava fare esami e cambiamenti della Radio Vaticana – ad esempio nelle famose riunioni del “Consiglio dei 15 cardinali per lo studio della situazione economica” – rispondevo che certamente erano sempre necessari, ma che ciò avrebbe dovuto avvenire nel contesto di un esame e di una riforma complessiva dei media vaticani, poiché essi venivano da una storia in cui erano nati successivamente e separatamente, come media specifici, mentre ora siamo entrati nel mondo della multimedialità e della convergenza digitale”. Padre Federico Lombardi, ancora per qualche giorno direttore di Radio Vaticana, ha commentato così il grande cambiamento che dopo 25 anni lo priverà della direzione della storica emittente vaticana (rimarrà direttore della Sala Stampa e portavoce). “Sono perfettamente d’accordo che si proceda e mi pare che l’approccio complessivo adottato sia corretto. E’ anche giusto che ne portino la responsabilità persone più giovani di noi, più aperte e più convinte delle possibilità del nuovo”, ha detto.

VERSO LA FUSIONE DEL CENTRO TELEVISIVO VATICANO CON RADIO VATICANA

La road map è chiara, fin da quando – era l’estate scorsa – monsignor Dario Edoardo Viganò fu nominato prefetto della Segreteria per le Comunicazioni: si va verso la fusione della Radio Vaticana con il Centro Televisivo Vaticano (CTV), contemplando sempre più forti sinergie tra gli altri media che gravitano nella galassia d’oltretevere (Osservatore Romano compreso). “La sfida è quella di ‘fare assieme’ un programma in cui ognuno abbia il proprio ruolo, apporti la propria competenza e prenda dagli altri, creando un tessuto dinamico e coeso per poter rispondere a questo ‘ripensamento del sistema comunicativo'”, ha detto Viganò ieri in un’intervista al Sole 24 Ore.

NESSUN LICENZIAMENTO, “COSI’ HA DECISO IL PAPA”

Per volontà del Papa, il processo di accorpamento non prevederà alcun licenziamento: “Questo implica una riforma che introduca essenzialmente una dinamica lavorativa diversa, perché se il risultato dovrà essere nuovo (il Papa chiede un ripensamento) allora l’approccio dovrà essere ugualmente innovativo”. Un approccio al passo con i tempi: “Si deve guardare al mondo digitale, alle reti sociali, alle realtà multimediali, multiculturali, multilinguistiche, senza dimenticare di creare dei ponti verso le realtà più povere e bisognose, per evitare di scavare ulteriori fossati nella breccia digitale. Il no ai licenziamenti, però, non esclude il ricorso a prepensionamenti e mobilità.

“RIFORMA CHE PROSEGUE CON DISCREZIONE E DECISIONE”

Come riportava il Servizio di Informazione Religiosa, mons. Viganò assicura che “la riforma della comunicazione procede con discrezione e decisione”, e a conferma del fatto vi è la nomina a interim di Giacomo Ghisani a legale rappresentante dell’Ufficio amministrativo della Radio Vaticana. La Nota diffusa dalla Segreteria per le Comunicazioni chiariva che “dal 1° gennaio il Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali e la Sala stampa della Santa Sede sono realtà già accorpate, sia dal punto di vista amministrativo sia del management. Nulla viene modificato circa la competenza della Segreteria di Stato per quanto attiene alla comunicazione istituzionale”. Nel 2016, si aggiungeva, “secondo la timeline presentata e approvata è previsto il “lavoro complesso ma certamente positivo di accorpamento di Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, unificazione in parte già avviata nella pratica per alcuni servizi (ad esempio il servizio ‘cerimonie’, per la produzione e la distribuzione dell’audio e del video delle cerimonie papali e di altri importanti eventi vaticani) e per il migliore impiego di alcune risorse umane”.

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