“Ricerca, quale futuro per l’Italia?” è il titolo del convegno organizzato il 4 febbraio dalla Fondazione Italia Protagonista, presieduta da Maurizio Gasparri. L’evento si è svolto presso la sala Isma del Senato e, oltre al senatore azzurro, erano presenti anche l’ex ministro e vicepresidente di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini, l’attuale titolare del dicastero dell’Università, dell’istruzione e della ricerca Stefania Giannini e il presidente del Cnr Luigi Nicolais.
IL CONVEGNO DI GASPARRI
Paolo Bonifazi ha illustrato alcuni dati di uno studio della Fondazione sul sistema ricerca, evidenziando la dispersione delle competenze sul comparto tra ben nove ministeri e il paradosso per cui i deficit strutturali del sistema abbiano di fatto “regalato” ben due miliardi di risorse italiane ai nostri partner europei. Dati ai quali si è subito richiamato Nicolais: “La scarsità di ricercatori e la loro retribuzione, di molto inferiore a quella dei colleghi stranieri, fa sì che nei progetti comunitari la ricerca italiana ‘pesi’ meno di quanto vale: in termini di citazioni, infatti, dimostriamo di essere i migliori”.
LE PAROLE DI NICOLAIS
Il presidente del Cnr ha anche accolto favorevolmente l’ipotesi di porre la politica della ricerca sotto “la competenza unitaria del capo del governo e non di un singolo ministero”, ha dichiarato, poiché “la ricerca non è solo cultura ma contribuisce attivamente alla competitività del sistema economico-produttivo nazionale e alla sua innovazione, nei cicli non solo di processo ma anche di prodotto”.
L’INTERVENTO DI GIANNINI
Il ministro Giannini ha manifestato l’esigenza di mettere mano al riordino degli enti pubblici di ricerca: “È il momento di lavorare alla delega sul decreto Madia che ci indica la strada per il riordino degli enti e per definire lo status giuridico dei ricercatori”, ha proseguito il ministro dichiarando un aumento degli investimenti per la ricerca “dall’1,27% del all’1,31% del Pil: sembrano pochi spiccioli, ma corrispondono a un miliardo e mezzo in più in questo anno e mezzo”. “Le risorse per la ricerca devono crescere, ma intanto impariamo a usare bene quelle che abbiamo”, ha osservato Gasparri.