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Metalmeccanici, ecco come il salario divide sindacati e Federmeccanica

Divisi sul salario, ma per ragioni di correttezza, almeno fino a questo momento, tutti insieme appassionatamente. Così si può riassumere lo stretto rapporto che legherà nei giorni a venire i sindacati metalmeccanici con Federmeccanica-Assistal.

Ieri in Confindustria a discutere di salario, inquadramento, partecipazione; oggi, nello stesso palazzo romano a discettare, soprattutto, di flessibilità; il 4 marzo nei saloni dell’Hotel nazionale di piazza Montecitorio per fare il punto sull’indagine congiunturale degli imprenditori meccanici.

Ma tutti soprattutto con la testa al due marzo, quando le parti si ritroveranno, sempre al primo piano di viale dell’Astronomia a Roma, per provare a scrivere una sintesi del lavoro svolto.

La verità è che ieri sindacati, da una parte, e le imprese, dall’altra, si sono ritrovate divisi sul salario e che oggi molto probabilmente replicheranno allo stesso modo sulla flessibilità.

Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha già messo le mani avanti: “Seppur con accenti diversi – aveva dichiarato al tavolo contrattuale – convergiamo con il quadro di Federmeccanica-Assistal sull’andamento economico e finanziario del Paese, ma questo riscontro non può essere usato come espediente per modificare gli assetti contrattuali”.

Che l’incontro non fosse partito sotto i migliori auspici era percepibile anche dalle dichiarazioni mattutine di Maurizio Landini, leader della Fiom: “Le proposte di Federmeccanica sul salario non vanno bene – aveva avvertito il dirigente sindacale- Non mi faccio illusioni, la fase non è facile. Ma devono cambiare se vogliono rinnovare il contratto. Se non ci saranno le condizioni, valuteremo le iniziative da mettere in campo. Il tavolo è unitario, decideremo insieme alle altre organizzazioni, ma noi non escludiamo assolutamente nulla. Ma siamo comunque abituati a discutere fino in fondo per cercare l’accordo”.

Nelle medesime ore lo stesso Palombella si era fatto sentire via “Radio1 Rai”: “Il confronto non fa passi avanti – aveva sostenuto nel corso della puntata di “News Economy” – La proposta degli imprenditori limita gli aumenti in busta paga al cinque per cento dei lavoratori. Non va bene e siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti consentiti per far cambiare idea alla controparte. Federmeccanica e Assistal rischiano di mettere in discussione tutto quello che si è costruito in questi anni, come i due contratti nazionali firmati senza un’ora di sciopero. I contratti si rinnovano con le regole, ma se proprio queste ora saltano…”.

Gli industriali metalmeccanici hanno preferito minimizzare. Nessuna volontà di rottura da parte di Federmeccanica sul rinnovo contrattuale dei metalmeccanici ma volontà di andare avanti nel confronto per “un’intesa equilibrata e sostenibile”. Così si è espresso il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi: “Andiamo avanti – ha detto -. Sul tavolo ci sono temi importanti come welfare e formazione su cui potrebbero già esserci convergenze. Sappiamo che la trattativa è complessa e che sul salario le valutazioni non sono convergenti. Noi abbiamo fatto una proposta equilibrata e sostenibile con cui garantire aumenti salariali a tutti quelli che sono sotto il salario minimo e aumenti legati alla produttività con cui redistribuire ricchezza dopo che la si è prodotta”.

Il Dg di Federmeccanica ha buttato acqua sul fuoco:”Parlare di rottura – ha sottolineato Franchi – dopo che offriamo welfare a tutti è una forzatura. Chi cerca la rottura non propone queste cose epocali che sono anche un modo per dimostrare che noi nel contratto nazionale ci crediamo, perché lo scenario generale è cambiato; ora siamo in una fase difficile, post-bellica. È utile continuare il confronto per una intesa equilibrata e sostenibile”. E sul rischio sciopero dei sindacati, Franchi ha glissato: “Mai rinunciare al dialogo e al confronto per trovare un’intesa a 360 gradi. Stiamo dialogando e offrendo anche cose epocali come welfare e formazione, sono questi i temi centrali su cui trovare convergenze”.

Rocco Palombella, capo delle “tute blu” Uil, pur confermando convergenze sul tema del Welfare e su parte di quello della formazione, da attuare come diritto individuale, ha rilanciato: “Sul salario Federmeccanica -ha detto – ha riconfermato l’idea di un salario minimo di garanzia con aumenti solo per i lavoratori al di sotto di questa soglia e ribadito che la situazione economico e finanziaria è negativa, la ripresa non c’è e non sono in grado di garantire aumenti salariali per tutti i lavoratori. Sul salario persistono le distanze, non sono stati fatti passi avanti”.

Federmeccanica, secondo il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, “cerca spasmodicamente con troppa intransigenza la rottura. Se permane la rigidità riscontrata sulla piattaforma non si va verso il contratto ma si avvicina la rottura”.

Scettico anche Maurizio Landini: “Siamo in una fase di negoziato – ha detto il segretario generale della Fiom – e Federmeccanica sul salario ha ribadito i punti della sua piattaforma e noi abbiamo ribadito che, se esiste questa rigidità, è difficile arrivare a un’intesa. Non voglio essere né ottimista, né pessimista, ma realista e attendere la fine del percorso per fare una valutazione”.

Si è comunque deciso di mettere in piedi una Commissione tecnica per riformare l’inquadramento, fermo al 1973, per modificare le regole e renderle più idonee alle competenze e mansioni svolte attualmente dai lavoratori metalmeccanici.

Oggi all’odg del tavolo contrattuale ci saranno temi come l’organizzazione del lavoro, gli orari, la flessibilità, le politiche del lavoro. Ma non è più un mistero che sul quel tavolo faccia capolino la questione dello sciopero. Se, come e quando lo decideranno Fim, Fiom e Uilm il giorno in cui si ritroveranno per valutare cosa fare rispetto alle rigidità di Federmeccanica-Assistal. Un incontro che allo stato non è in calendario, ma che entro la prima metà di marzo potrebbe essere fissato.



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