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Perché non voterò la fiducia al ddl Cirinnà

Non voterò la fiducia per ragioni di metodo e ancor più di sostanza. Essa mi appare uno strumento politicamente improprio per una materia che investe principi fondamentali rispetto ai quali ciascuno deve obbedire solo alla propria coscienza. E la mia coscienza laica mi impone di difendere l’antropologia naturale rispetto ad una deriva nella giurisprudenza e nei comportamenti sociali in aperto conflitto con sentimenti profondi della nazione. Resto, come i più, favorevole a regolare tutte le convivenze e contrario a innovare la procreazione e la genitorialità.

Nel testo sono ampie le sovrapposizioni tra unioni e matrimoni così da costituire le premesse per una giurisprudenza costante in favore delle adozioni omosessuali. Le sovrapposizioni riguardano: il rito con i testimoni e la lettura degli stessi articoli del codice civile, il cognome unico, il comune indirizzo familiare e sottolineo familiare, la presunzione di comunione dei beni, la quota di legittima nell’eredità, la pensione di reversibilità negata peraltro alle stabili convivenze eterosessuali con figli, le cause di impedimento. E se miagola come un gatto non può che essere un gatto.

Così valuterà la legge ogni corte europea o nazionale. Sarà doveroso continuare nel giorno dopo l’impegno civile attraverso il referendum e i ricorsi di costituzionalità.


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