L’idea di dare vita ad un nuovo soggetto politico di centro, ed aggiungerei ‘delle libertà’, distinto dal Pd e distante dai populismi di varia espressione, rilanciata in queste ore da Beatrice Lorenzin e da Fabrizio Cicchitto, è certo attraente e suggestiva e deve far riflettere tutti coloro i quali hanno a cuore il futuro delle democrazia italiana.
Sciogliendo un nodo pregiudiziale deve avere l’assenso, anzi direi la ‘benedizione’ di Matteo Renzi se guarda ad una alleanza politico elettorale con il Pd, ovvero deve trarre conseguenze di vario genere se pensa di collocarsi in alternativa al Pd. E bisogna sciogliere altri due nodi: ricomporre intorno a un programma comune, che pone la libertà quale valore centrale della vita, della società e dello Stato come la vie più sicure per la giustizia, l’uguaglianza, la concordia civile ed il benessere, tutti i figli e i nipoti delle tradizioni democratico-cristiane, repubblicane, liberali, social-riformiste che oggi sono sparse in frammenti politicamente irrilevanti per dare vita ad un grande centro democratico e riformatore.
Stimolare la generosa disponibilità di una leadership riconosciuta e riconoscibile, senza pregiudiziali e preclusioni, ciascuno mettendosi però in discussione al servizio di una causa più grande. L’amico Fabrizio Cicchitto sa bene che questo fu lo sforzo e l’intuizione di un grande statista come Francesco Cossiga: se quel tentativo dell’Udr non fosse stato fatto naufragare, avrebbe dato un maggiore contributo positivo all’evoluzione del quadro politico italiano post prima Repubblica ed una più forte spinta ad una grande stagione riformista. Evitando così al Paese di accumulare ritardi che oggi il governo di Matteo Renzi sta cercando di recuperare fra grandi difficoltà.