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Così Cruz e Rubio provano a impallinare Trump

Volano gli stracci nel dibattito di Houston fra i candidati alla nomination repubblicana, l’ultimo prima del Super-Martedì, quando si voterà pure in Texas: un fuoco di fila di domande e attacchi contro il battistrada, e a questo punto super favorito, Donald Trump, che non s’è accontentato di difendersi.

I due senatori Marco Rubio e Ted Cruz hanno unito le forze contro il magnate dell’immobiliare, collocato al centro del palco fra loro due. Alle estreme John Kasich e Ben Carson, poco presenti e poco sollecitati dai moderatori. Al punto che pure Trump s’è lamentato: “Perché fate tutte le domande a me? Capisco che dovete tenere alto l’audience, ma è pazzesco”.

Fra il pubblico in sala all’Università di Houston c’erano l’ex presidente George Bush e la moglie Barbara, che sono stati accolti con una standing ovation. Lui, visibilmente commosso, ha chiesto con un gesto al pubblico di sedersi. Per la prima volta, sul palco di questo dibattito non c’era il figlio Jeb, ritiratosi dalla corsa dopo l’ennesimo deludente risultato in South Carolina.

Rubio e Cruz, di origine cubana, hanno molto insistito sull’immigrazione. “Tu sei l’unico fra di noi ad essere stato multato per aver assunto immigrati illegali”, ha detto Rubio. Lo showman, che ha ripetutamente ripetuto l’impegno a costruire un muro, più alto dell’attuale, al confine con il Messico, perché i confini degli Usa “sono un groviera”, ha replicato con una battuta: “Io ho assunto decine di migliaia di persone, mentre voi non avete mai assunto nessuno”.

Ma Rubio, più aggressivo del solito, non ha mollato: ha scherzato sul fatto che probabilmente Trump assumerebbe clandestini per costruire il muro e ne ha anche messo in discussione le qualità da manager: “Se non avesse ereditato 200 milioni di dollari, sapete dove sarebbe ora Donald? A vendere orologi a Manhattan”.

Cruz ha affermato: “È dal 2013 che mi batto per una riforma della legge sull’immigrazione e per offrire agli immigrati senza documenti un sentiero legale verso la cittadinanza. In tutto questo tempo Trump dov’era? Al Celebrity Apprentice”, il reality show portato al successo proprio dallo showman. Tra il pubblico in sala è scoppiata una risata.

Trump ha replicato che Cruz è impopolare anche tra i suoi colleghi senatori. “Non piaci a nessuno, dovresti vergognarti”. Cruz ha colto la palla al balzo per sostenere di non piacere all’establishment di Washington perché lui lavora per la gente. E Trump gli ha dato del Robin Hood.

Mentre i candidati repubblicani litigavano sull’immigrazione, la battistrada democratica Hillary Clinton twittava: “Abolire le barriere, non erigere muri”.

Il magnate è poi finito di nuovo sotto tiro perché incapace di presentare un piano sulla sanità che possa sostituire l’Obamacare. “Qual è il tuo piano? Dici sempre le stesse quattro cose – ha detto Rubio – e cioè che tutti sono stupidi, che renderai l’America di nuovo grande, che vincerai, vincerai, vincerai e che eliminerai le righe intorno agli Stati”.

Quanto alla richiesta di rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi che “sarebbe una bomba”, almeno secondo l’ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti Mitt Romney, Trump ha spiegato di non poterlo fare perché è sotto accertamento. “E’ ingiusto, ma ogni anno mi mettono sotto accertamento. La pubblicherò quando l’accertamento sarà finito”.

Altre polemiche sono state sollevate sul fatto che Trump sia stato un ammiratore di Hillary Clinton. Rubio l’ha accusato di essere contro Israele (“Sei un bugiardo”, è stata la replica). E Cruz ha detto che lo showman rende la corsa alla nomination “un circo”, mentre lui e Rubio sono più seri. Al termine, Trump ha commentato: “Sono disperati”, riferendosi a Rubio e a Cruz. “Che altro possano fare? Stanno perdendo talmente tanto… Ho avuto a che fare con gente anche più dura: mi aspettavo i loro attacchi, ero preparato. Sono sopra a Rubio di 24 punti in Florida e praticamente alla pari con Cruz in Texas. Amo il Texas e voglio vincere in Texas. Non penso che ci sarà una convention aperta”, anche se “non è mai finita finché non è davvero finita”.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016



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