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Vi racconto le capriole di Casaleggio su unioni e adozioni gay. Parla Becchi

paolo becchi

“State a vedere che per paura di rimanere con il cerino in mano il M5S voterà il Cirinnà senza le adozioni, rimangiandosi quanto dichiarato”. Mai tweet del professor Paolo Becchi fu più profetico. Il docente di Filosofia del Diritto all’università di Genova, che proprio su Formiche.net un mese fa annunciò l’addio al Movimento 5 Stelle, ha vergato quel cinguettio nella tarda mattinata di ieri. Subito dopo quel tweet, è arrivata la reazione sul blog di Beppe Grillo. E non una “reazione” da poco, dato che ha scatenato un putiferio l’intervento con cui lo staff pentastellato concede libertà di coscienza ai senatori sul voto al ddl Cirinnà.

I MOTIVI DEL CAMBIO DI PASSO DI CASALEGGIO

Che cosa ha fatto invertire la rotta ai vertici del Movimento? Perché fino a qualche giorno fa alcuni influenti senatori grillini come Nicola Morra e Alberto Airola annunciavano il voto compatto del gruppo a favore del ddl Cirinnà solo se non modificato (qui e qui i due interventi) mentre invece il blog ha lasciato libertà di coscienza? Cosa è successo nel frattempo? Risponde Becchi a Formiche.net: “Per prima cosa c’è stato il Family Day che ha rilanciato le ragioni del no alla legge. Poi alcuni costituzionalisti hanno espresso dubbi sulla costituzionalità del ddl, l’Ncd ha iniziato a sfilarsi e a paventare traumi in caso di nuova maggioranza tra Pd e M5S, l’Udc ha minacciato l’uscita dal governo. Insomma, la maggioranza di Renzi si stava sfilacciando e il premier ha iniziato a pensare all’eventualità di un emendamento per stralciare la stepchild adoption. Qualche modesto mal pancia c’era anche all’ interno del Movimento. A quel punto i parlamentari 5 Stelle erano spiazzati: sarebbero rimasti gli unici a difendere il ddl Cirinnà nella sua stesura iniziale, avrebbero dovuto votare coerentemente contro il provvedimento in caso di stralcio dell’articolo 5; così avevano detto, voteremo sì solo se il ddl non si tocca”.

RENZI HA MESSO CASALEGGIO IN BUCA

Insomma, incalza Becchi, “Renzi li ha messi in grandissima difficoltà, ponendoli nella condizione di votare contro le unioni civili dato che ormai si lavora allo stralcio della stepchild adoption. La mossa di concedere libertà di coscienza è stato quindi un tardivo tentativo di Casaleggio di tirarsi fuori da questo pasticcio”. Per il docente genovese “in tale modo il Movimento si comporta peggio dei vecchi partiti, dimostrando che l’unico interesse è il tatticismo di basso livello, il riposizionamento sulla base delle mosse dell’avversario, il giochetto politico, privo di visione politica. Con una posizione troppo radicale rischiava di deludere gli elettori di destra che votano 5 Stelle assumendo una posizione troppo di sinistra e così si è riposizionato al centro. Ai contenuti del ddl Cirinnà, alle coppie omosessuali e alla loro possibilità di adottare, non ci pensa più nessuno, sono tutti proiettati alla tattica da seguire per stare dietro a Renzi”.

IL GIALLO SULLA VOTAZIONE DELL’OTTOBRE 2014

Secondo il professore Becchi, è stato Gianroberto Casaleggio ad aver commesso un grave errore. Non è ancora riuscito a metabolizzare ciò che è successo a Quarto. Il “capo del nuovo partito” (come lo chiama il docente dopo il passo indietro di Grillo) “ha cercato di giustificare la libertà di coscienza sostenendo che andava rispettato il voto della rete espresso nell’ottobre 2014”. Peccato però che, a detta di Becchi, “quella votazione avesse un trucco” come documentato dallo stesso prof. su Formiche.net. “Nel quesito posto inizialmente si faceva riferimento ai diritti e doveri della coppia omosessuale, esclusa l’adozione di figli esterni alla coppia. Dopodiché – spiega – nel corso della votazione il quesito è stato cambiato togliendo la parte che fa riferimento alle adozioni, e adesso il blog dice che gli elettori non si sono espressi su quel tema e quindi va lasciata libertà di coscienza”. Di più, si decide di non ricorrere nemmeno a una nuova consultazione online (così recita la parte finale del post: “Non si fa ricorso a un’ulteriore votazione online perché su un tema etico di questa portata i portavoce M5S al Senato possono comunque, in base ai dettami della loro coscienza, votare in maniera difforme dal gruppo qualunque sia il risultato delle votazioni”).
“In sostanza – argomenta Becchi -, prima l’M5S dice di volere votare compatto per il ddl Cirinnà, poi contraddice questa posizione assicurando libertà di coscienza ma nello stesso post cade in una seconda contraddizione perché giustifica la nuova scelta con la mancanza del riferimento alle adozioni nella consultazione dell’ottobre 2014, ma non vuole ricorrere a farne un’altra”. Insomma, “che senso ha richiamare quella consultazione per dire che era incompleta se poi non ne fai un’altra? E’ un insieme incredibile di contraddizioni formali e logiche. Se si ammette la libertà di coscienza, ci si comporta esattamente come il Pd e i parlamentari non sono più i portavoce dei cittadini dei politici come tutti gli altri, liberi di votare come gli pare”.

SI SALVI CHI PUO’

Per un ulteriore approfondimento, Becchi rinvia a due lavori, uno uscito a settembre (qui il link) e l’altro di imminente pubblicazione, scritti entrambi per Mondoperaio, la storica rivista fondata da Pietro Nenni e ora diretta da Luigi Covatta. “Fino a qualche tempo fa si poteva dire che il Movimento aveva dietro la rete, ne era la diretta espressione; adesso invece inizia ad averla contro. L’espressione del Movimento ora è il trio che prende ordini da Casaleggio (Di Battista, Di Maio e Fico, ndr) e li trasmette ai parlamentari che devono eseguirli; la vitalità del Movimento che si esprimeva nei meet up, il cuore del Movimento è stata stroncato, dove governano i sindaci pentastellati stanno dimostrando una totale incapacità. A Parma siamo al paradosso: esistono due M5S, uno al governo ed uno all’ opposizione. Poi Quarto e ora tutte le giravolte sul disegno di legge sulle unioni civili. I cittadini cominciano a percepire che ormai i 5 Stelle sono come gli altri partiti. A questo punto mi viene spontaneo dire: per fortuna che sono uscito a fine anno!”. Quindi la chiosa: “Il governo Renzi si regge su due stampelle a seconda di quel che gli serve e gli fa comodo in un determinato momento: da una parte pezzi del centrodestra, tra Area Popolare e Verdini, dall’altra i 5 Stelle. In questo specifico caso addirittura sulle due stampelle insieme, ma due stampelle non fanno una gamba”.


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