In California, mediante una “maternità surrogata” (leggi: utero in affitto) è nato Tobia Antonio, “figlio” di Nichi Vendola e di Eddy Testa. Lasciamo da parte gli aspetti etici (che ormai non contano più). Omettiamo, pure, di commentare il caso singolare di una personalità delle istituzioni che si reca all’estero per compiere un’azione proibita nel suo Paese. Ma come la mettiamo con l’ideologia? Con il mercantilismo della maternità e con lo sfruttamento classista del corpo della donna?
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A commento del disegno di legge Cirinnà (dopo il voto del Senato) una testimonianza resa, sabato 27 febbraio, a La Repubblica dovrebbe indurci a riflettere su quali sono i veri soggetti discriminati dal nuovo diritto di famiglia. Si tratta delle coppie eterosessuali che convivono e che magari hanno generato (in modo naturale) dei figli, senza contrarre matrimonio. Maddalena ed Aldo stanno insieme da oltre trent’anni, ma il solo diritto loro riconosciuto dalle nuove norme – ricordano – è quello di poter essere tutori l’uno dell’altra o di potersi assistere in caso di ricovero ospedaliero. Che cosa faranno, allora? ‘’Mi viene da ridere, ma ci sposeremo’’: conclude Maddalena. Che il contrarre un’unione civile sia consentito solo alle persone omosessuali resta un fatto inconcepibile ed inspiegabile.
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Anno bisesto, anno funesto”, recita il proverbio. Ma perché si dice così? Le ragioni sono da ricercarsi in tempi molto remoti. I primi a pensare che l’anno bisestile fosse un anno funesto, furono gli antichi romani che diffusero questa credenza in tutte le zone dell’Impero. Ma anche ai giorni nostri (il 2016 è infatti un anno bisestile) abbiamo conferma di questo antico presagio. Che cosa poteva capitare di peggio della legge Cirinnà?
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“I nuovi, arroganti e beoti, padroni della terra si illudono che il loro dominio, i loro bottoni che spostano a piacere uomini, cose, ricchezza e povertà, sia destinato a durare in eterno. Esso potrebbe crollare come è crollata Babilonia e i migranti di oggi o meglio i loro prossimi discendenti si aggireranno fra le rovine della ricchezza tracotante e volatilizzata come un tempo i barbari fra le colonne e i templi abbandonati”. Sono parole profetiche di un grande intellettuale come Claudio Magris (Corriere della sera del 27 febbraio) le quali disegnano il futuro prossimo di quella parte del mondo che invecchia, è diventata sterile, si è infiacchita e pervertita; e che è, invece, a stretto contatto con quell’altra metà della Terra, abitata, in larga prevalenza, da giovani disperati, disposti a tutto pur di avere una vita migliore.