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Cyber security, cosa farà Fortinet con la Nato

Fortinet, colosso americano della cyber security, si è aggiunto ieri a un elenco di aziende leader del settore che hanno deciso di siglare con la Nato un accordo industriale mirato a rafforzare la prevenzione di minacce informatiche e lo scambio di dati.

CHE COS’È

L’intesa è stata firmata da Fortinet con la Nato Communications and Information (Nci), l’agenzia fondata nel 2012 che offre supporto IT ai Paesi dell’Alleanza Atlantica. L’accordo fa parte dell’iniziativa Nato Industry Cyber Partnership (Nicp), lanciata nel 2014 – racconta l’organizzazione guidata dal segretario generale Jens Stoltenberg – per incentivare la cooperazione col settore privato nel campo della sicurezza cibernetica. Finora vi hanno aderito imprese come Symantec, e da poco all’elenco, rimarca The Register, si sarebbe aggiunta anche Cisco, seppur con maggiore discrezione.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

La collaborazione con Fortinet, rileva il gigante Usa, si concentrerà su uno scambio di informazioni “con corrispondenza biunivoca”, “in particolare sulla cyber threat intelligence”. Questo, dice l’azienda, “è spesso un modo efficace e di grande impatto per migliorare la resilienza informatica e mitigare la vulnerabilità agli attacchi”. Tra gli obiettivi specifici ci sono: “migliorare la difesa informatica della gestione della catena di distribuzione di difesa della Nato; facilitare la partecipazione del settore industriale in progetti multinazionali di Smart defense; migliorare la condivisione di competenze, informazioni ed esperienze per operare sotto la costante minaccia di un attacco informatico, comprese informazioni su minacce e vulnerabilità, ad esempio la condivisione di informazioni sui malware; aumentare la consapevolezza e migliorare la comprensione dei rischi informatici; fare leva sulla crescita del settore privato per lo sviluppo di capacità; e generare supporto efficiente e adeguato in caso di incidenti informatici”.

L’IMPRESA: NUMERI E DETTAGLI

Fondata nel 2000 dai fratelli Ken e Michael Xie, l’impresa, si legge sul sito dell’azienda, ha nel suo consiglio di amministrazione i due fondatori (il primo in qualità di presidente del cda e Ceo, il secondo come co-presidente e chief technology officer, Cto, e vice presidente del settore ingegneristico) e Ming Hsieh, Gary Locke, William H. Neukom, Christopher B. Paisley e Judith Sim (tutti direttori). Per quanto riguarda il resto del management, il chief financial officer (Cfo) è Andrew Del Matto, mentre il ruolo di consigliere generale è ricoperto da John Whittle. Fortinet è quotata sul listino tecnologico Nasdaq alla Borsa di New York, con una capitalizzazione azionaria di circa 4,892 milioni di dollari. Ha un numero di dipendenti superiore alle 4100 unità e nell’anno fiscale 2015 ha generato ricavi per oltre 1 miliardo di dollari. Il suo quartier generale è a Sunnyvale, in California. I suoi prodotti, compreso quello di punta, la piattaforma di network security FortiGate, “sono adottati dalla maggioranza” delle corporation incluse “nella classifica di Fortune Global 100”.

I PROGETTI DELLA NATO

Per Koen Gijsbers, general manager della Nci, “la Nato sta affrontando minacce di sicurezza informatica in tutto il mondo che potrebbero colpire seriamente le economie nazionali”. Per evitare che ciò accada l’Alleanza Atlantica si muove su più livelli. Uno è, come detto, quello della cooperazione col settore privato. L’altro, più classico, è quello della Difesa, come testimonia un “accordo tattico” per la cyber security siglato il 10 febbraio scorso con l’Unione europea, con l’obiettivo di rafforzare le capacità di difesa della Nato contro le guerre ibride (è recente la notizia di un attacco condotto, forse da hacker al soldo di Mosca, ai danni del ministero della Difesa italiano e di altri Paesi e organizzazioni, compresa l’Alleanza).

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