Enel ha tutte le carte in regola per portare la fibra ovunque, anche all’estero. In più la costruzione della Rete prevede un risparmio di costi del 30-40%. Ecco i progetti, gli obiettivi, i soci e le ambizioni di Enel open fiber, la società del gruppo energetico aperta ad altri operatori che realizzerà la rete in fibra ottica, raccontate da Francesco Starace, amministratore delegato del gruppo presieduto da Patrizia Grieco, nel corso di un’audizione davanti alle Commissioni Industria e Lavori Pubblici del Senato.
LA NASCITA DI ENEL OPEN FIBER
La costituzione della nuova società per la realizzazione di una rete in fibra ottica utilizzando la rete elettrica gestita da Enel Distribuzione è stata deliberata il 12 novembre dello scorso anno, con il benestare del governo Renzi. Alla guida della newco siede in qualità di amministratore delegato, Tommaso Pompei, ex ad di Wind, controllata a quel tempo proprio dal gruppo elettrico, con un passato in Alitalia e Sigma, Omnitel, ma soprattutto nel 1997, quando assunse la guida di Wind, Tiscali e Vitrociset.
L’OBIETTIVO
Enel open fiber “ha l’obiettivo di costruire, gestire e manutenere l’infrastruttura in fibra offrendo servizi di vendita all’ingrosso sia passivi che attivi; sia nelle zone di successo di mercato sia in quelle a fallimento”, ha detto l’ad della energy company in audizione al Senato. Ma non è tutto. “Esiste un potenziale di creazione di valore”, anche all’estero, dove l’Enel potrebbe raggiungere con la fibra altri 30 milioni di clienti con le reti che possiede”, ha ricordato Starace con riferimento a Spagna, Romania, Rio, Santiago del Cile, Bogotà, Lima, e nella parte sud di Buenos Aires.
COSA SI ESCLUDE
Starace ha ribadito che Enel non “ha nessuna volontà di mettersi a fare l’operatore telefonico o l’operatore nella gestione di contenuti, multimediali, tv. Ci limitiamo alla gestione dell’infrastruttura e vogliamo metterla a disposizione di chiunque la voglia utilizzare”, ha sottolineato l’ad del Gruppo.
I SOCI
La società della fibra ottica dell’Enel è aperta “ad altri operatori che vogliano intraprendere questa avventura, sostanzialmente penso saranno operatori finanziari perché ci permetteranno di affrontare i problemi di finanziamento”, ha dichiarato Starace nel corso dell’audizione. Nel dettaglio, sulle slide presentate alla commissione Industria, si legge “sia investitori istituzionali che privati, sia nazionali che esteri”. Parlando poi a margine dell’audizione, ha precisato che: “non ne vorremmo più di due e potrebbero anche non essere soci, ma solo finanziatori”.
IL DIALOGO CON GLI OPERATORI
“Il 22 porterò un accordo con Vodafone e Wind in consiglio che riguarda 250 città”, ha detto il manager. Terminato l’incontro con i senatori Starace ha chiarito che le intese saranno di “carattere commerciale” e quindi i due operatori telefonici non entreranno nel capitale di Enel Open Fiber . Ma dialogo è avviato anche con altri operatori: ci sono “tavoli aperti con Telecom e Fastweb e Metroweb è interessata”.
LE POTENZIALITÀ
Tra i punti di forza della società, Starace ha enfatizzato il fatto che la realizzazione della rete da parte di Enel Open Fiber prevede un risparmio di costi nell’ordine del 30-40% grazie all’uso dell’infrastruttura elettrica. “La rete elettrica a confronto con quella di telecomunicazioni ha sempre una capillarità maggiore, e non è così solo in Italia. Le cabine elettriche sono più vicine alle abitazioni rispetto agli armadi della linea telefonica. Di qui discendono le nostre considerazioni dal punto di vista dei costi”, ha osservato Starace. Una stima? “La rete di tlc può raggiungere 21 milioni di clienti finali, quella elettrica arriva a 32 milioni”.