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Fincantieri, tutte le novità militari di Vard

Prospettive anche militari per Vard, la controllata di Fincantieri. La novità è emersa negli scorsi giorni, in coincidenza con i conti non troppo esaltanti della società acquisita tre anni fa dal gruppo della cantieristica capitanato dall’amministratore delegato, Giuseppe Bono.

LE SOFFERENZE DI VARD

Delle difficoltà di Vard si era parlato già a dicembre, quando il gruppo navale aveva svelato alcuni numeri, dopo il cda sui risultati trimestrali. Il primo marzo, invece, la controllata norvegese specializzata in navi offshore (Fincantieri possiede il 55,63% del capitale di Vard) ha reso noti i risultati del quarto trimestre e dell’esercizio 2015. La società – si legge in una nota dell’azienda – ha terminato lo scorso anno con una perdita di 1,29 miliardi di corone norvegesi (circa 135,5 milioni di euro), su cui pesa un rosso netto sui cambi “per 474 milioni di corone norvegesi”. I ricavi – aggiunge Repubblica – “sono diminuiti del 14% a 11,14 miliardi di corone”, principalmente “per le minori attività di alcuni dei cantieri europei”. Mentre “il margine lordo prima dei costi di ristrutturazione è stato di 35 milioni di corone norvegesi nell’ultimo trimestre (120 milioni nello stesso periodo del 2014), e negativo per 321 milioni di corone nell’intero 2015 (era positivo per 429 milioni nel 2014)”. Alla fine di questo mese, “insieme ai risultati della capogruppo Fincantieri, Vard illustrerà il nuovo piano industriale per “affrontare le sfide poste dalla crisi ciclica nel suo mercato di riferimento”.

IL CAMBIO DI STRATEGIA

Per Fincantieri, sottolinea Milano Finanza, “l’acquisizione del 53,6% dell’allora gruppo sudcoreano STX Osv (poi rinominato Vard), avvenuta circa tre anni fa, non è stata finora un grande affare. Complice il calo del prezzo del greggio, che ha messo in stand-by molti piani d’investimento delle compagnie petrolifere, la società sta faticando a ottenere nuovi ordini per la costruzione di navi o piattaforme d’estrazione e per questo entrerà in altri mercati, fra cui quello delle crociere”. A zavorrare il bilancio, prosegue il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi, “sono stati i cantieri navali in Brasile, mentre gli stabilimenti europei hanno generato un ebitda positivo”. “Per cercare di rimediare alla dipendenza dal mercato petrolifero offshore, la controllata di Fincantieri”, dice ancora Milano Finanza, “ha dunque annunciato una diversificazione geografica e di prodotto. Sotto il primo aspetto sarà rafforzato il focus sul mercato del Medio Oriente, dove c’è maggiore domanda di navi per le attività offshore” (in generale il gruppo cantieristico, ha raccontato Formiche.net, sta puntando forte ad esempio sull’Iran, dove ha siglato con alcune società del luogo una serie di accordi quadro propedeutici alla firma di alcuni contratti del valore di qualche centinaia di milioni di euro). “Quanto ai prodotti”, invece, “l’azienda cercherà di entrare nei segmenti di mercato delle crociere e della difesa”. “Mettendo a fattor comune l’expertise e le possibili sinergie con la capogruppo Fincantieri”, spiegava infatti la nota della società, “Vard intravede opportunità nel segmento delle navi da crociera di piccole dimensioni e specializzate, in particolare nelle cosiddette exploration cruise ships ma anche nel mercato delle Offshore Patrol Vessels”, navi militari di piccole dimensioni, come corvette e unità da pattugliamento.

IL SEGMENTO MILITARE

Scelte non casuali, perché quel che sembra andare a gonfie vele per Fincantieri è proprio il segmento militare, grazie soprattutto agli investimenti domestici del ministero della Difesa nell’ambito della cosiddetta Legge Navale, con cui il dicastero di Via XX Settembre punta a rinnovare la nostra flotta. Il 16 febbraio, nello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia – si legge in una nota dell’azienda – si è tenuta “la cerimonia per il taglio della prima lamiera del troncone di prua dell’unità di supporto logistico LSS”, la cui consegna è prevista nel 2019. Si è trattato del via ufficiale alla costruzione della prima unità prevista nell’ambito del programma. In tutto – aveva raccontato a maggio scorso Formiche.net – il raggruppamento temporaneo di impresa (Rti) costituito tra Fincantieri guidata dall’ad Bono (mandataria), e Finmeccanica capitanata dall’ad Mauro Moretti attraverso Selex Es (mandante), costruirà sette nuove navi per un valore di circa 3,5 miliardi di euro, di cui 2,3 miliardi a Fincantieri e 1,2 a Finmeccanica (si tratta di sei pattugliatori con ulteriori quattro in opzione e una già citata Lss). Non è il solo progetto congiunto: dal punto di vista militare, i due gruppi, attraverso la joint venture Orizzonti Sistemi Navali, lavorano assieme anche alla consegna di ultime due unità Fremm.


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