Le primarie del Pd di domenica scorsa a Napoli sono state ancora una volta una Waterloo per i dirigenti, per gli iscritti e per gli elettori del partito. E’ inutile avanzare pensieri minimi, come fanno Matteo Orfini e i dirigenti del Pd, il dato reale è che questo partito è ispirato solo da una logica secca per la conquista del potere, utilizza tutti gli strumenti possibili per rafforzare e far crescere gruppi e gruppetti al suo interno. Questa è stata la strategia praticata dal Pd napoletano per ostacolare Antonio Bassolino, dirigente storico comunista, nella corsa a sindaco di Napoli. Il ricorso che ha presentato, e rigettato, contro coloro che hanno consentito brogli e compravendita di voti sta lì a dimostrarlo in modo evidente. La conferma dell’ostracismo nei suoi confronti è certificata dal comportamento del gotha del partito, che appena seppe della candidatura alle primarie dell’ex sindaco di Napoli, sì spaventò a tal punto che con un artifizio regolamentare voleva eliminarlo dalla competizione. La manovra però fallì, e Bassolino ha partecipato alle primarie. Scelta saggia di Matteo Renzi.
Il trasformismo imperante ha azzerato valori, principi, parametri e riferimenti classici della politica, per cui la disaffezione della gente dal voto cresce sempre di più. E allora che fare? Invece di cambiare comportamenti e programmi si torna a seguire le note strade del potere, peculiari della seconda repubblica. Anche nel 2011 a Napoli brogli e mercimonio furono il dato caratterizzante delle primarie del Pd, unico partito che utilizza questo metodo ormai farsesco per selezionare la propria classe dirigente, lo stesso Renzi è figlio di questa inoppugnabile verità, mai analizzata nei dettagli sia all’interno del partito, che da chi ha il dovere di svolgere il controllo di legalità, in primis i mezzi di informazione.
A questo punto, viste come sono andate le cose, è meglio fermarsi un momento e riflettere, se non altro per capire come continuare. Renzi sta portando avanti le riforme, ma l’unica vera riforma che riguarda il sistema politico ovvero l’art. 49 della Costituzione sui partiti non è stato ancora toccato. E’ tempo forse di andare a legiferare sulla delicata materia, per mettere un po’ di ordine nell’attuale caotico sistema. Altrimenti siamo costretti tutti ad attrezzarci, per evitare la giungla che ci sta ingoiando. Il problema non riguarda più solo il Pd ma coinvolge tutti gli altri partiti, perché si tratta di far funzionare in modo sano la nostra democrazia. Niente di più di tanto.