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Ecco come e perché il Consiglio del Golfo ha bollato come terrorista Hezbollah

Il 2 marzo il Consiglio di Cooperazione del Golfo ha dichiarato ufficialmente l’Hezbollah libanese organizzazione terroristica. La decisione, voluta dall’Arabia Saudita, rientra nella contrapposizione tra Sciiti e Sunniti. Una contrapposizione in principio verbale, poi divenuta guerra per procura, e che in teatri di guerra quali la Siria, l’Iraq e lo Yemen è sfociata in uno scontro frontale.

IL FATTO

Il Consiglio di Cooperazione del Golfo – organizzazione internazionale che unisce, sotto la guida dell’Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar – il 2 marzo ha dichiarato, questa volta formalmente e all’unisono, Hezbollah organizzazione terroristica.  Abdullatif al-Zayani, segretario generale del Consiglio, ha affermato in un comunicato ufficiale che la decisione è stata presa per via “delle azioni ostili poste in essere dalle milizie (libanesi) che assoldano giovani nell’area del Golfo per compiere attacchi terroristici”, scrive Al Arabiya.
Lo stesso giorno, i Ministri degli Interni di alcuni Stati arabi avevano condannato “i pericolosi atti del gruppo terroristico Hezbollah per destabilizzare la sicurezza e la pace in alcuni Stati arabi”, prosegue Al Arabiya. Tali dichiarazioni erano state rilasciate in seguito alla conclusione della trentaseiesima sessione del Consiglio dei Ministri degli Interni arabi tenutosi a Tunisi.

LE MISURE

Dopo le parole verranno i fatti, a quanto pare. Una fonte ufficiale del Golfo, rimasta anonima, ha riferito ad Asharq Alawsat – giornale arabo internazionale di proprietà di Faisal bin Salman, giovane membro di casa Saʿūd – che il Consiglio di Cooperazione del Golfo terrà alcuni incontri “per implementare le misure che seguiranno alla decisione di dichiarare Hezbollah gruppo terroristico”, riporta il libanese Now Media. Sempre secondo Asharq Alawsat, “il Consiglio prenderà provvedimenti contro chiunque sia affiliato con Hezbollah, che si tratti di singoli individui o istituzioni”, prosegue Now Media.

CHE COSA È HEZBOLLAH

La decisione, di per sé, colpisce Hezbollah – nato nel 1982 come movimento integralista sciita, ispirato e promosso dall’Iran khomeinista, in risposta all’invasione israeliana del Libano – oggi partito politico a tutti gli effetti, notevolmente attivo in campo sociale e impegnato a fornire istruzione, assistenza sanitaria e a perorare la causa del cosiddetto environmental Islam
Non è con Hezbollah, tuttavia, che si esaurisce l’intera arena politica libanese. Il Patto Nazionale siglato nel 1943, infatti, prevede che il Presidente della Repubblica libanese debba essere maronita, il Primo Ministro sunnita e il Presidente del Parlamento Sciita. Questo per dire che la componente sciita è in Libano minoritaria.

LE TENSIONI TRA IRAN E ARABIA SAUDITA

Allora perché il consiglio di Cooperazione del Golfo ha scelto di colpire un soggetto politico che, seppur dotato di un braccio armato, in casa propria rappresenta una minoranza? Hezbollah è fedele alleato dell’Iran e, si sa, Iran e Arabia Saudita sono da sempre nemici giurati. Il primo è il baluardo dello sciismo, mentre la seconda la culla del sunnismo. Essere Sciita o Sunnita, però, non significa soltanto avere opinioni divergenti in merito alla guerra di successione dalla quale lo scisma ebbe origine secoli fa, quanto abbracciare un ben preciso progetto geopolitico. Più semplicemente, significa sposare la causa patrocinata da casa Saʿūd o dalla Repubblica degli Ayatollah. “Quella di mercoledì […] è stata l’ultima mossa all’interno di una battaglia, che va a intensificarsi, tra Arabia Saudita e Iran, che si contendono l’influenza della regione. Riyadh è preoccupata per via del fatto che l’immagine dell’Iran sia stata riabilitata a livello internazionale grazie all’accordo sul nucleare raggiunto con le grandi potenze. L’Arabia Saudita è anche adirata per via dell’intervento militare di Hezbollah in Siria che, dal 2013, supporta il regime di Bashar Assad contro i ribelli sunniti”, scrive il libanese The Daily Star.

LE FRIZIONI SUNNITI ARABIA SAUDITA

Senza contare che, ultimamente, l’Arabia Saudita ha avuto problemi anche con la componente sunnita del governo libanese. Lo scorso mese, annunciando di tagliare un finanziamento di 4 miliardi di dollari da destinarsi all’esercito ufficiale libanese, una fonte saudita ha giustificato la scelta alla luce delle recenti “posizioni ostili assunte dal Libano a causa dei condizionamenti esercitati da Hezbollah sull’apparato statale”, scrive Al Jazeera. Riyadh vorrebbe condurre una “completa revisione delle relazioni con la Repubblica libanese”, ha proseguito la fonte sempre secondo l’emittente panaraba.

I PRECEDENTI

L’irrigidimento di casa Saʿūd, nei confronti della Repubblica libanese, è da ricondursi al fatto che il Paese si era rifiutato di unirsi alla Lega Araba e all’Organizzazione della cooperazione islamica nel condannare gli attacchi condotti a gennaio contro la missione diplomatica saudita in Iran, scaturiti, a loro volta, dalla decisione di Riyadh di condannare a morte il religioso sciita Nimr al Nimr, commenta Al Jazeera.

CHI DIFENDE HEZBOLLAH

Appurato che la scelta del Consiglio di Cooperazione del Golfo abbia (anche) a che fare con la vicinanza tra Hezbollah e la Repubblica degli Ayatollah, quest’ultima non ha esitato a scendere in campo al fine di condannare la scelta dell’Organizzazione.
“L’Iran ha fatto notare che i suoi rivali arabi hanno contribuito a minare la stabilità del Libano” con la loro scelta, ha scritto The Daily Star. A tal proposito, il Vice Ministro degli Affari Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha detto ai microfoni dell’IRNA – l’agenzia di stampa ufficiale iraniana – “noi siamo fieri dell’Hezbollah libanese, unità di punta contro il regime Sionista e campione nella lotta al terrorismo nella regione”, riporta The Daily Star.

IL COMMENTO DELLA SIRIA

Anche la Siria – altro membro della mezzaluna sciita, guidata dall’Iran, e di cui fa parte anche Hezbollah – sebbene non abbia rilasciato dichiarazioni ufficiali, non è rimasta in silenzio.
Syrian Times – testata filogovernativa – ha pubblicato un articolo che non lascia spazio all’immaginazione. “Se Hezbollah è un’organizzazione terroristica secondo quanto affermato dai pecoroni Stati del Golfo, chi non lo è! Dopo che la Monarchia Saudita, traditrice, blasfema e schiavista, ha etichettato come terroristica l’unica organizzazione (Hezbollah) che oggi si occupa di assistenza sociale, chi non lo è!”, scrive il quotidiano siriano.

LE REAZIONI ALLA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI COOPERAZIONE DEL GOLFO

Hassan Nasrallah, volto del partito politico libanese, ha giudicato la scelta del Consiglio di Cooperazione del Golfo una mossa scorretta. “La Monarchia (saudita) sta cercando di esercitare pressione sul governo libanese affinché questo ci faccia tacere, ma noi non resteremo in silenzio di fronte ai crimini che l’Arabia Saudita sta commettendo. L’Arabia Saudita ha il diritto di punire il Libano, il suo apparato statale e il suo esercito perché un partito (Hezbollah, appunto) ha deciso di far sentire la propria voce?”, scrive Al Jazeera.

LE MIRE DELL’ARABIA SAUDITA

Le provocazioni di Nasrallah, tuttavia, sono servite a ben poco. L’Arabia Saudita, infatti, ha deciso di portare avanti la scelta presa in seno all’Organizzazione Internazionale, inserendola anche nella propria agenda politica. In occasione del Consiglio dei Ministri, tenutosi domenica scorsa, la Monarchia saudita ha reso noto che la decisione dell’Organizzazione è stata presa “dopo aver preso in considerazione le continue violazioni della sovranità degli Stati del Golfo e la destabilizzazione della sicurezza e della stabilità della regione, in quanto pratiche che sono contrarie ai diritti umani e al diritto internazionale”, scrive Al Arabiya.

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