A Milano la competizione nelle prossime elezioni comunali poteva essere esemplarmente chiara. Il centrosinistra, che ha bene amministrato con Giuliano Pisapia, ha fatto le primarie e ha scelto un candidato, Sala. I competitori, la vice sindaco Balzani e l’assessore Majorino, hanno dichiarato che sosterranno il vincitore. Lo stesso ha fatto Pisapia annunciando che lavorerà a una lista di sostegno capeggiata proprio dalla Balzani. Ben fatto. Milano, poi, è la città in cui anche il centrodestra ha trovato un convinto accordo sulla candidatura di Stefano Parisi. Tutto chiaro? No.
A sinistra è subito cominciata la gara di gruppetti e personalità per fare perdere Sala e il centrosinistra di Pisapia. Nei giorni scorsi ho scritto in polemica con l’iniziativa di questa lista di sinistra-sinistra, guidata dal giornalista Curzio Maltese, deputato europeo eletto con la lista ispirata a Tsipras e ora in cerca di autore. Oggi leggo che a capeggiare una lista, che si potrebbe anche chiamare “Fare perdere il centrosinistra”, potrebbe essere Gherardo Colombo, il quale è stato di recente nel Consiglio di amministrazione della Rai indicato dal PD. Ora, come Di Pietro, cerca di usare la sua storia di magistrato per fare politica, in guerra col PD.
Alcuni lettori di questo spazio hanno reagito alle mie critiche all’iniziativa di Maltese. Hanno scritto che respingono il “ricatto” di chi dice che una lista di sinistra-sinistra a Milano può solo far vincere la coalizione di Berlusconi Salvini e Meloni, con Parisi. Per fortuna, in questo Paese c’è la libertà di presentare liste e fare propaganda per chiunque. Quindi, nessun ricatto. Ma io, che sono polemico col PD, e non vedo nella lista capeggiata da Maltese o da Colombo un’alternativa con un centesimo di possibilità di vincere, ho la libertà di ripetere che queste operazioni minoritarie sono solo tentativi volti a fare perdere il PD e il centrosinistra di Pisapia. Il quale, in questo caso, diventa il nemico principale da abbattere, anche rispetto alla destra berlusconiana e salviniana. È un quadro che mi sconsiglia di tacere.
(articolo tratto dal profilo Facebook di Emanuele Macaluso)