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Metalmeccanici, cosa accadrà dopo lo sciopero

Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero unitario di 4 ore il 20 aprile per il rinnovo del contratto di categoria la cui trattativa con Federmeccanica, che va avanti da mesi, è incagliata sul nodo del salario. Lo hanno annunciato ieri pomeriggio i tre segretari generali Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella, al termine di un incontro con i presidenti di Federmeccanica, Fabio Storchi, e di Assistal,Angelo Carlini.

La riunione in questione, proprio sul tema del salario, ancora una volta, non ha registrato, a giudizio delle tute blu di Cgil, Cisl e Uil, “nessun passo avanti”.

Sindacati ed imprese metalmeccaniche, comunque, hanno ribadito la disponibilità a proseguire il confronto anche se per il momento nessuna data è stata programmata in calendario.

LA RISPOSTA DI PALOMBELLA

“Le quattro ore di sciopero – spiega il leader Uilm, Rocco Palombella – decise per il 20 aprile prossimo saranno la prima risposta dei lavoratori al salario minimo di garanzia e alla filosofia che c’è dietro la proposta di Federmeccanica. L’incontro è stato deludente, non c’è stato nessun passo avanti, non ci siamo mai illusi ma è stato necessario così come con lo sciopero contiamo di fargli cambiare idea. Abbiamo constatato  l’impossibilità di andare avanti nella trattativa e, ancora oggi, nessuna volontà di capire le nostre preoccupazioni sulla impossibilità per i sindacati di firmare un rinnovo di cui beneficerà un numero ristrettissimo di persone, forse il 3 %”.

LA DELUSIONE DI BENTIVOGLI

Sulla questione del salario ha puntato il dito anche Marco Bentivogli, segretario generale della Fim: “Non ci si è mossi di un millimetro e siamo profondamente delusi – ha detto – Volevamo vedere se sul salario ci poteva essere qualche timido spazio di apertura visto che la posizione di Federmeccanica da circa 5-6 mesi si è marmorizzata. Ma nulla è cambiato:è come se gli imprenditori inseguissero la rottura e lo sciopero. Li accontenteremo, ma la trattativa non si ferma”.

L’UNITA’ DI LANDINI

Maurizio Landini, leader della Fiom, ha messo in risalto il tema dell’unità sindacale: “Fim, Fiom e Uilm – ha ribadito- hanno proclamato uno sciopero unitario per ottenere un nuovo contratto. Il contratto nazionale sul piano salariale deve essere strutturato per tutti i lavoratori. La contrattazione di secondo livello ci deve essere ma non può prescindere dal fatto che il contratto nazionale non dà più soldi a nessuno”.

IL PERCORSO DEI SINDACATI

I sindacati metalmeccanici hanno ricordato l’importanza degli Attivi regionali, da tenersi unitariamente in tutte le regioni, insieme alle assemblee, altrettanto unitarie, da svolgersi in tutti i luoghi di lavoro, affinchè sia possibile consultare il massimo numero degli addetti interessati sull’andamento del negoziato.

Palombella, Bentivogli e Landini il 31 marzo apriranno a Torino il “tour” degli Attivi regionali; i tre segretari generali dei metalmeccanici si ritroveranno ancora insieme il 4 aprile a Bologna, il 6 aprile a Vicenza, il 7 aprile a Bologna, l’8 aprile a Bari. In tutte gli altri capoluoghi regionali, fino al 12 aprile, interverranno, per ogni data concordata, tre segretari nazionali di Uilm, Fim e Fiom.

Con Federmeccanica-Assistal e sindacati, al momento, è rimasto convocato un solo appuntamento di natura tecnica: infatti, il 30 marzo è previsto l’insediamento della commissione di riforma sull’inquadramento

Molto probabilmente, dopo lo svolgimento dello sciopero proclamato oggi, le parti proveranno a concordare una nuova data per provare a riconvocare  il tavolo del confronto negoziale.

LA PACATEZZA DI FEDERMECCANICA

Non lo escludono i sindacati, lo auspica il vertice di Federmeccanica che ieri ha usato toni distensivi.

“Effettivamente – spiega Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica – oggi non abbiamo fatto grandi passi avanti. Il salario resta lo scoglio che ci divide dai sindacati ma abbiamo anche riconfermato il nostro impegno a proseguire il confronto. Non ci alzeremo dal tavolo fino ad una conclusione positiva della vertenza. La nostra resta una proposta di rinnovamento. Non giudichiamo lo sciopero che attiene all’autonomia dei sindacati ma siamo convinti che con il dialogo e la pazienza riusciremo ad ottenere un risultato. Abbiamo la determinazione di portare a casa la nostra proposta anche se, al momento, è difficile definire i tempi”.

LA PROPOSTA DEGLI IMPRENDITORI

La proposta di Federmeccanica, presentata il 22 dicembre e sostanzialmente invariata, prevede nel 2016 nessun aumento salariale per assorbire quei 74 euro in più (4%) erogato nello scorso triennio. Dal luglio 2017, invece, un aumento di 37,31 euro al mese in busta paga ma solo per chi è sotto il minimo di garanzia come elemento perequativo. Per gli anni successivi gli industriali si impegnano ad aggiornare i minimi contrattuali sulla base dell’inflazione Istat.

Federmeccanica ha poi offerto 260 euro per la contrattazione aziendale anche sotto forma di welfare. In particolare, un incremento della contribuzione dall’1,6% al 2% per la previdenza complementare e l’assistenza sanitaria integrativa totalmente a carico dell’azienda per tutti i lavoratori inclusi i familiari fiscalmente a carico.

Per i sindacati, gli aumenti destinati solo a chi è sotto il salario minimo riguarderebbero appena il 5% dei lavoratori, lasciando scoperto la restante parte.

LA TAVOLA ROTONDA

E’ bene ricordare che qualche momento di incomprensione tra sindacati e Federmeccanica si era registrato la sera del 23 marzo dopo che si era svolta una tavola rotonda, presso la facoltà di Economia e Commercio dell’Università “La Sapienza” di Roma.

La discussione, incentrata su “Innovazione organizzativa:il ruolo delle relazioni industriali”, rientrava in una serie di confronti in memoria di Ezio Tarantelli, l’economista ucciso 31 anni fa dai terroristi delle Brigate Rosse proprio nello spazio parcheggio esterno della facoltà romana.

Al dibattito in questione, moderato dal professor Maurizio Franzini, oltre a Palombella, Bentivogli e Landini, hanno preso parte anche l’onorevole Carlo Dell’Aringa, Pietro De Biasi e Stefano Franchi, questi ultimi due rispettivamente responsabile delle relazioni industriali del gruppo Fca e Direttore generale di Federmeccanica.

In pratica, i rappresentanti dei sindacati metalmeccanici e quello di Federmeccanica si sono ritrovati a parlare dalla stessa parte del tavolo di aumenti salariali e produttività, ma il discorso giocoforza è caduto sul Ccnl dei metalmeccanici e sulla divisione esistente tra le parti sulla questione salariale. Di fatto, è emersa la posizione sullo sciopero che i metalmeccanici avrebbero dovuto annunciare ufficialmente il giorno dopo. Alcune aziende della giunta di Federmeccanica hanno, di seguito, criticato,  in particolare, le dichiarazioni del segretario generale della Uilm, Palombella, che aveva esplicitamente avanzato uno specifico riferimento allo sciopero. La situazione si è poi ricomposta proprio nelle prima ore delle giornata di ieri, dopo una serie di mediazioni telefoniche e l’incontro previsto si è potuto tenere con l’esito pubblicamente noto.

IL NODO SALARIALE

Insomma, dalla fine di questo mese, i sindacati svolgeranno gli attivi unitari, le assemblee unitarie, lo sciopero altrettanto unitario del 20 aprile.

Subito dopo, Fim, Fiom e Uilm da una parte e Federmeccanica ed Assistal saranno destinati a ritrovarsi per riavviare il negoziato.

Se riusciranno a sbloccare la questione del salario, potrà rinnovarsi il contratto dei metalmeccanici

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