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Che cosa succede a Napoli tra Bassolino, Valente e Brambilla

Bisogna convenire che a Napoli le primarie del PD invece di essere una soluzione democratica per scegliere il candidato sindaco sono diventate uno spinoso problema per il futuro della città, della prossima amministrazione comunale e della buona salute del PD renziano, che in questi ultimi mesi, tra polemiche sballate, attacchi a vuoto, annunci approssimativi e promesse mancate, sta registrando un deciso offuscamento. Bassolino, una storica risorsa politica e di amministratore, è diventato un problema molto più serio di quanto la dirigenza nazionale e locale potessero credere. Egli non è uno speculatore o un opportunista, è un uomo politico a tutto tondo, che ha vissuto negli anni la gioia del trionfo, ma anche la tristezza della sconfitta e dei momenti cupi. Un vero combattente. Infatti, quando si tratta di affrontare una giusta battaglia non si tira indietro. E per lui, come per i più illuminati osservatori della realtà amministrativa napoletana, il tempo che si sta vivendo con De Magistris sindaco di Napoli è di netto declino, per cui le elezioni amministrative di giugno devono rappresentare il momento di un radicale cambiamento nella guida del governo cittadino. Per riuscire nell’opera non basta Valeria Valente col suo piccolo e cagionevole PD, a Napoli è così. C’è bisogno di altro, anche alla luce delle novità che arrivano dal M5S di GrilloCasaleggio che proporrà la candidatura a sindaco dell’ing. Matteo Brambilla di Monza. Un po’ di rispetto per i cittadini non guasterebbe da parte di tutti i partiti. Non si possono catapultare nelle città personaggi che antropologicamente conoscono poco della storia delle città che aspirano ad amministrare.

La forza e la tenacia, la voglia di resistere fino alla fine, indurranno senza dubbio Bassolino a non tralasciare alcun tentativo per riuscire, a suo avviso, in una battaglia giusta. Ne conseguirà che l’annunciato terzo ricorso alla commissione nazionale di garanzia sarà presentato, eventualità che dovrebbe preoccupare non poco la dirigenza del PD, che continua a voler rimanere sul fuoco dello scontro tra il proprio rinchiudersi a riccio e il pastrocchio consumato con le primarie a Napoli. La dirigenza del PD, a cominciare da Renzi, considerate le certificate irregolarità in alcuni seggi, faccia rivotare o annulli per tutti i risultati. Sarà una scelta saggia per la città, per la buona amministrazione, per lo stesso PD. E lo dice chi mai ha avuto simpatie per il PD e per Bassolino. L’interesse prevalente è un governo efficiente per Napoli, secondo le regole della buona politica e dell’etica amministrativa.

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