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Perché la proposta di Federmeccanica sul contratto non è accettabile

Come ci hanno consegnato quella proposta abbiamo avuto la netta sensazione che non la avrebbero modificata più. E così è stato: la piattaforma per rinnovare il Contratto nazionale presentata da Federmeccanica-Assistal dal 22 dicembre ad oggi è rimasta la stessa, come se il negoziato tra noi e la controparte non ci fosse stato. Invece, ci siamo incontrati per ben dodici volte, a delegazioni allargate e ristrette, e quello del 15 marzo sarà il tredicesimo incontro che avverrà tra noi. Ebbene, finora non siamo stati in grado di raggiungere un’intesa. Tra aggiustamenti e arretramenti siamo rimasti fermi a quanto ci è stato presentato a fine 2015.

Quindi, è davvero impossibile apprezzare la proposta. Nella sostanza, a parte gli spot, in caso di rinnovo ai lavoratori andrebbero benefici in modo indiretto tra i 13 e i 14 euro derivanti per una metà dal fondo Cometa e dall’altra da quello sanitario meta Salute. Inaccettabile: non possiamo fare un contratto per questa cifra. Insomma, una valutazione negativa su tutti i fronti.

Per quanto riguarda il salario la piattaforma degli imprenditori metalmeccanici prevede aumenti in busta paga dal 2017 e solo per quei salari non allineati alla soglia del minimo di garanzia per 37,31 euro mese, concentrando gli incrementi di retribuzione nella contrattazione aziendale. Una cosa improponibile. E’ noto che il salario minimo di garanzia non permetterebbe di erogare aumenti a livello nazionale ed allineerebbe le retribuzioni al di sotto del minimo suddetto, per concentrare gli incrementi in busta paga solo con la contrattazione aziendale. In questo modo, gli aumenti erogati dal livello nazionale riguarderebbero solo il 5 per cento dell’intera platea interessata dal rinnovo contrattuale. Quindi, viene proposto un aumento contrattuale solo per coloro che sono ai minimi contrattuali, escludendo il 95 per cento dei metalmeccanici, cioè tutti coloro che hanno voci retributive derivanti da contratto aziendale o da superminimi individuali.

Abbiamo reso pubblico l’iniquità di questa impostazione che annulla anche le poche “aperture interessanti” avanzate dalla controparte. Questo rischia di compromettere anche l’esito dell’incontro di domani e la Uilm ha invitato gli imprenditori metalmeccanici a modificare la loro impostazione. E’ possibile che non lo faranno. Perché il problema è politico, l’impostazione che hanno dato alla loro piattaforma di “cosiddetto rinnovamento” è politica: punta, cioè, ad annullare il livello nazionale, per poi creare i presupposti di cambiamenti anche sul secondo livello.

Se è così sta per avviarsi una fase di scontro con gli imprenditori metalmeccanici di alto livello. Non potremo girarci dall’altra parte, ma a testa alta e tutti insieme dovremo stare nei luoghi di lavoro, tenere assemblee unitarie, determinare mobilitazioni importanti, sciopero compreso. Non possiamo più perdere tempo. Ne va della dignità del nostro lavoro e va salvaguardata la valenza del nostro contratto: uno strumento strutturale e riconosciuto dalle parti che deve determinare risultati normativi ed economici. Quando si tenta di smantellare un sistema senza che ce ne sia un altro in grado di sostituirlo adeguatamente si fa un danno ai lavoratori, ma anche al mondo delle imprese. Non lo permetteremo.

Rocco Palombella, segretario generale della Uilm



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