E con le consultazioni di oggi sono due. Sono due le primarie organizzate a Napoli senza che ci sia nemmeno un renziano come protagonista. Già un anno fa i fedelissimi del premier se ne stettero alla larga dalle consultazioni per decidere il candidato governatore: in lizza c’era l’ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, uno che si dichiarava renziano perché “così fan tutti”, ma che è soltanto deluchiano. A sfidarlo, risultando sconfitto, l’eurodeputato ex dalemiano e bassoliniano Andrea Cozzolino. L’unico renziano che aveva azzardato la corsa ha poi pensato bene di ritirarsi a pochi giorni dal voto una volta capito che avrebbe perso: era Gennaro Migliore, che a Napoli sedeva in consiglio comunale con Rifondazione comunista e ora è sottosegretario alla Giustizia nel governo Renzi in quota Pd.
LA SFIDA TRA BASSOLINO E VALENTE
Il copione delle regionali si ripete alle amministrative. Oggi dalle 8 alle 21 gli elettori del centrosinistra sono chiamati a votare per scegliere il candidato alle comunali di Napoli in programma a giugno. Quattro candidati in lizza, ma nessuno è ascrivibile al renzismo.
C’è innanzitutto l’ex sindaco ed ex governatore Antonio Bassolino; ha alle spalle storia tutta a sinistra e vicino a Massimo D’Alema, e ha lanciato la sua candidatura in una stanza piena di cimeli del Pci. Può contare sul sostegno di deputati a lui fedeli come Luisa Bossa e Giorgio Piccolo, sull’europarlamentare Massimo Paolucci, sul consigliere regionale Antonio Marciano e sull’ex candidato alla segreteria regionale Michele Grimaldi. E’ lui il vero uomo da battere di questa sfida.
La grande favorita, incaricata da Roma di archiviare definitivamente il bassolinismo, è invece la deputata Valeria Valente; ha 30 anni in meno di quel Bassolino sotto la cui ala è cresciuta politicamente, e all’ultimo congresso ha votato per Gianni Cuperlo ed è coordinatrice regionale di Rifare l’Italia (la corrente di Matteo Orfini e Andrea Orlando). A tirarle la volata a questa ex assessora della giunta Iervolino c’è un po’ tutto il partito: dagli orfiniani ai renziani, passando per l’ex bassoliniano Cozzolino (già candidato nel 2011 alle primarie comunali poi annullate per presunti brogli) fino ai popolari e ad AreaDem. In questi ultimi giorni le sono arrivati gli schizzi di fango dell’inchiesta su Casavatore, dove le accuse di voto di scambio e contatti con la criminalità organizzata hanno interessato anche il capogruppo pd Salvatore Silvestri, compagno di Mariangela Portinaio, la fidatissima assistente di Valente.
GLI OUTSIDER
In questa sfida un po’ pazza tra padre e figlioccia politica, si inseriscono i due outsider. Il primo, sempre del Pd, è Marco Sarracino, 26enne segretario dei Giovani democratici partenopei che si sta ritagliando un po’ di visibilità con una candidatura di rottura generazionale. Lo stile è quello renziano, nonostante Sarracino sia un esponente della minoranza, vicino ad Area Riformista e spesso in disaccordo con le posizioni del premier. Dietro di lui c’è il consigliere regionale Gianluca Daniele, mentre da Roma lo sostengono l’ex capogruppo pd Roberto Speranza e l’ex segretario nazionale Guglielmo Epifani. Il quarto candidato è il più outsider di tutti, essendo l’unico non del Pd. Si tratta di Antonio Marfella, oncologo dell’Istituto tumori Pascale, in corsa per conto del Psi. Dalla sua, vanta una solida amicizia con don Maurizio Patriciello, il prete della Terra dei Fuochi insieme al quale si batte per la salute di quelle comunità.
PERCHE’ I RENZIANI SONO ASSENTI
Sono quindi i renziani i grandi assenti di questa competizione che si svolgerà oggi in 79 seggi e che dovrebbe chiamare alle urne circa 30mila persone (almeno così sperano al quartier generale del Pd napoletano). A queste “primarie dei rancori”, come le ha chiamate il Corriere della Sera, manca infatti un candidato di punta vicino al premier. E questo per almeno due ordini di motivi: il primo è che Renzi ha stretto un accordo con Orfini e Orlando, in base al quale si impegna a sostenere Valente all’ombra del Vesuvio, mentre i Giovani turchi tirano la volata a Roberto Giachetti alle primarie di Roma che si tengono sempre oggi. Il secondo riguarda invece il fatto che una vera e propria classe dirigente renziana a Napoli e in Campania non c’è, perché lì il partito è ancora preda dei potentati locali che rispondono a logiche del territorio. Un renziano e napoletano doc di punta come Francesco Nicodemo ha preferito continuare a lavorare alla comunicazione digitale di Palazzo Chigi, invece che impegnarsi in prima persona nella sua città. Un’altra renziana campana come l’eurodeputata Pina Picerno (peraltro, compagna di Nicodemo) ha rinunciato alla corsa alle regionali di un anno fa (quando tutti la davano pronta a sfidare De Luca), preferendo restare a Bruxelles (e nel frattempo diventare mamma). Di Migliore s’è già detto, era lui il terzo degli organizzatori della Fonderia delle idee, la convention promossa dai renziani campani nel settembre 2014 che però non è riuscita ad andare oltre due giorni di dibattito.
GLI AVVERSARI DEL PD
Chiunque vincerà oggi alle primarie del Pd non avrà vita facile alle elezioni vere e proprie. Come si è capito dagli ultimi sondaggi, il sindaco Luigi De Magistris resta ancora il favorito, forte del sostegno della sinistra più radicale, di liste civiche e associazioni cittadine e anche di un gruppo di moderati guidato dal presidente del consiglio comunale ed ex candidato Udc, Raimondo Pasquino. C’è poi Gianni Lettieri, l’imprenditore appoggiato da Forza Italia e anche lui con un pool di liste civiche pronte a sostenerlo. Più a destra si muove Enzo Rivellini con altri esponenti di Azione Nazionale, mentre anche Fdi ragiona su una corsa in solitaria a sostegno del deputato Marcello Taglialatela. Il Movimento 5 Stelle, partito più votato in città alle regionali, sta scegliendo in questi giorni il suo candidato con le comunarie online alle quali partecipano un’ottantina di aspiranti sindaci. Resta da capire cosa faranno i centristi di Area Popolare; l’Udc dopo essere passata con De Luca in Regione, pare voglia seguire la stessa strada anche in Comune, e così pure Ncd con il coordinatore regionale Gioacchino Alfano che da tempo predica la necessità di strutturare l’alleanza di governo romana anche nei territori. Ma tutto dipenderà da chi vincerà oggi le primarie.