Da quando, meno di un anno fa, i francesi di Vivendi sono diventati i primi azionisti assoluti di Telecom Italia (oggi sono saliti fino a quasi il 24%), periodicamente l’indiscrezione è spuntata fuori: il gruppo di Vincent Bolloré starebbe passando per la società telefonica per arrivare a Mediaset. Da qui i rumor ricorrenti di una fusione, sempre smentita dalle parti, tra Telecom e la società televisiva della famiglia Berlusconi. Ad alimentare le congetture, la storica amicizia che lega Bolloré all’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Proprio in questi giorni, sono tornate con prepotenza indiscrezioni che ipotizzano alleanze tra Vivendi e Mediaset che vanno oltre Telecom e si estendono su più piani coinvolgendo diversi settori.
UNIONE DI INTENTI NEI CONTENUTI
A cominciare da una possibile alleanza nei contenuti, vale a dire una piattaforma simile all’americana Netflix che offra film, serie televisive e tutta una serie di prodotti che ormai stanno sempre più passando dalla tv al pc. Secondo Carlo Festa del Sole 24 ore, il gruppo francese di Bolloré, in questi giorni, sarebbe impegnato a presentare un proprio progetto per una piattaforma dei contenuti in quattro Paesi europei, Francia, Spagna, Italia e Germania. Si tratterebbe di una joint venture tra diversi operatori capace di contrastare i nuovi colossi americani dei contenuti (Netflix in primis). Sponsor dell’operazione sarebbe l’imprenditore Tarak Ben Ammar, a sua volta vicino sia a Bollorè sia a Berlusconi. Secondo Il Sole 24 ore, il progetto potrebbe essere quello di creare una joint venture azionaria tra Mediaset e Vivendi proprio per dare vita a una grande piattaforma europea sui contenuti che possa contrastare i grandi gruppi esteri.
INCOGNITA TV A PAGAMENTO
Resta, tuttavia, un’incognita: capire se possa essere della partita anche la tv a pagamento Mediaset premium, che tra le altre cose possiede i diritti tv per la trasmissione delle partite di calcio di Champions league. Secondo Mf la risposta è affermativa: come scrive Andrea Montanari, “è plausibile che il colosso dei media francese che fa riferimento a Bolloré possa rilevare l’89% della pay tv del Biscione, acquisendo la quota proprio dal network della famiglia Berlusconi (il restante 11% è di Telefonica). L’operazione allo studio prevederebbe il cambio di assetto societario di Premium che oggi ha un bacino d’utenza di 2 milioni di abbonati”. Sempre secondo Mf, il valore di impresa di Mediaset Premium dovrebbe aggirarsi sui 900 milioni-1 miliardo “e il gruppo di Bolloré potrebbe pagare la metà della cifra per cassa e per l’altro 50% in uno scambio carta contro carta”, cosa che “porterebbe Mediaset ad avere una quota vicina al 2% di Vivendi che capitalizza oltre 26 miliardi”.
QUESTIONE POLITICA
In attesa di comprendere tutti i dettagli dell’unione sui contenuti tra Mediaset e Vivendi, la vicenda non manca di avere risvolti politici. E non soltanto per la storica amicizia Bolloré-Berlusconi. Nei giorni scorsi, infatti, il premier italiano Matteo Renzi sembrava avere dato la propria benedizione alle nozze tra l’italiana Telecom e la francese Orange, salvo poi tornare sui suoi passi precisando di non essersi mai detto felice per una simile operazione. Che c’entra Vivendi in tutto questo? Semplice: se davvero si dovesse andare in direzione di questa integrazione, Bolloré sarebbe chiamato a girare le proprie quote nella società italiana alla concorrente telefonica francese. Come scrive Giovanni Pons su Repubblica, “Stephan Richards, il numero uno di Orange, vola come un falco intorno a Telecom Italia in attesa di sferrare l’attacco al momento opportuno; ma per raggiungere il suo obiettivo ha bisogno di convincere altri francesi, in particolare Bollorè – grande amico di Nicolas Sarkozy e molto meno in sintonia con François Hollande – a partecipare all’operazione di concentrazione nelle telecomunicazioni europee”.
DECIDE TUTTO BOLLORE’
Per il momento, però, scrive sempre Repubblica, “Bolloré non ne vuole sapere”. E ancora: “Bolloré oggi sa di avere le carte in mano, poiché senza quel sostanzioso pacchetto di azioni Telecom qualsiasi operazione non s’ha da fare. Inoltre, Vivendi sta anche giocando una partita dai delicati contorni politici, poiché tratta direttamente con Berlusconi un sempre più probabile ingresso in Mediaset Premium e contemporaneamente la vendita delle torri tlc di Telecom dovendo scegliere tra due cordate di cui una capeggiata da una società controllata da Mediaset. Dall’esito e dalle caratteristiche di queste due operazioni si capirà lo stato attuale dei rapporti tra Bolloré e Berlusconi e se l’unione di intenti potrà portare a ulteriori cambiamenti in futuro”. Insomma, il pallino è in mano a Bolloré: dalle sue mosse dipenderà il destino di due grandi società italiane, Mediaset e Telecom, i cui destini, però, non è detto andranno a intrecciarsi.