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4 pensierini su Referendum No Triv e caso Guidi

1) Sono da sempre favorevole ad uno sviluppo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica e consapevole che da un lato occorra una fase di transizione dal fossile al “pulito” e dall’altro che nel nostro paese lo sviluppo, a momenti tumultuoso, delle rinnovabili sia stato poco “pulito” e assai costoso per i nostri oneri in bolletta.

2) Il referendum detto No Triv ha poco a che fare con le Trivelle ma con la possibile proroga delle concessioni estrattive: non mi stupisce la politica pronta a cavalcare ogni occasione ma piuttosto leggere&sentire persone serie, accademici, ecologisti di fama scagliarsi nella mischia per il Sì perché questa è un’occasione “politica” per dire basta ad una politica energetica basata sui fossili, ad un governo ostaggio della lobby dei petrolieri.

3) E qui arriva il tema “Guidi”: la magistratura valuterà se parliamo di un reato o di una “leggiadria”; di sicuro ha rinfocolato coloro che ci considerano ostaggio dei petrolieri quando, a mia conoscenza invece, siamo il Paese occidentale con il rapporto potenzialità estrattive/petrolio&gas estratto più alto. Ovvero non estraiamo ciò cha abbiamo, preferendo importarlo. E notoriamente il governo aveva anche, e sensibilmente, ridimensionato alcune norme del famoso Sblocca Italia;

4) I rapporti tra mondo delle imprese e rappresentanti delle istituzioni ci sono e ci devono essere: occorre una disciplina drammaticamente assente. Questa dovrebbe offrire trasparenza e garanzia sia alle istituzioni da lobbisti “disinvolti” sia ai lobbisti stessi da rappresentanti delle istituzioni “voraci”: una leva importante, a mio avviso, è rendere visibile e tracciabile la fase di redazione di provvedimenti normativi, sia leggi che decreti ministeriali. Ancor oggi, troppo spesso, è aperta solo al più forte o più “agile” e questo, anche nelle nomine, non rende un servizio utile al Paese.


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