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Carige, chi vuole salire a bordo di Apollo e chi preferisce stare a terra

C’è un gran trambusto in Banca Carige: l’assemblea degli azionisti del 31 marzo, come da copione, ha nominato i nuovi componenti del consiglio di amministrazione. A guidare l’istituto genovese da adesso c’è il tandem composto dal presidente Giuseppe Tesauro e dall’amministratore delegato Guido Bastianini, che sostituiscono rispettivamente Cesare Castelbarco Albani e Piero Montani.

VITTORIO MALACALZA ALL’ASSEMBLEA DEI SOCI CARIGE. TUTTE LE FOTO

L’OFFERTA DEL FONDO

Convitato di pietra in assemblea: il fondo americano Apollo, che ha già comprato le assicurazioni della banca e che – è stato confermato dall’istituto di credito nei giorni scorsi dopo una serie di indiscrezioni – ha di recente presentato un’offerta che punta sia a rilevare i crediti deteriorati (npl) di Carige per 695 milioni di euro sia a diventare socio di maggioranza dell’istituto, con un aumento di capitale riservato di 500 milioni (e altri 50 in opzione agli attuali azionisti). L’offerta sugli npl è stata giudicata da analisti e osservatori piuttosto bassa, poiché valuta le partite deteriorate a circa il 20% del valore nominale, prevedendone dunque una svalutazione intorno all’80%, in maniera non molto diversa da quanto è accaduto lo scorso autunno nell’ambito dei salvataggi di Banca Marche, Popolare Etruria, Carichieti e Cariferrara.

CHI TEME GLI AMERICANI…

Basta fornire queste poche informazioni per rendere l’idea di quanto l’incursione del fondo Apollo costituisca una minaccia per la famiglia Malacalza, attuale prima azionista al 17,6% che negli ultimi tempi non ha certo mancato di fare sentire la propria voce. I Malacalza, già noti in passato per lo scontro con Marco Tronchetti Provera in Pirelli (da cui la famiglia che vive a Genova è uscita lo scorso autunno aderendo all’Opa), con una mossa a sorpresa, il 12 febbraio, avevano chiesto un cambio al vertice, che è poi il motivo per cui l’assemblea del 31 marzo, oltre ad approvare il bilancio, ha anche nominato il nuovo consiglio di amministrazione, guidato appunto da Tesauro e Bastianini.

Insomma, è evidente che se Apollo dovesse riuscire nel suo intento di diventare primo socio della banca ligure la famiglia Malacalza non avrebbe più la possibilità di decidere le sorti dell’istituto. E insieme con la famiglia ligure, inoltre, perderebbero forza probabilmente anche i nuovi vertici, che ne sono appunto espressione. Ma i Malacalza non perderebbero solo potere: secondo gli analisti di Intermonte, se Apollo avesse la meglio, la famiglia ligure rischierebbe di registrare una perdita potenziale (che si concretizzerebbe solo in caso di vendita della partecipazione, sia chiaro) compresa tra 160 e 170 milioni rispetto all’investimento iniziale di 250 milioni. E questo principalmente a seguito del crollo delle azioni Carige, che nell’ultimo anno in Borsa hanno registrato una performance molto negativa, complici anche le paure connesse alle nuove regole sui salvataggi bancari. Ecco perché, stando a indiscrezioni, i Malacalza starebbero pensando a un “piano b” per vendere gli npl di Carige e contrastare l’offerta statunitense.

VITTORIO MALACALZA ALL’ASSEMBLEA DEI SOCI CARIGE. TUTTE LE FOTO

… E CHI FA IL TIFO PER LORO

A fare il tifo per gli americani è, indirettamente, chi legge nell’offerta di Apollo un segnale di interesse per le tanto vituperate banche italiane. Il ragionamento sarebbe questo: in un momento in cui c’è preoccupazione per gli istituti di casa nostra, con Carige e Mps che in Borsa appaiono tra quelli più in difficoltà, è un buon segno che dagli Stati Uniti arrivi un’offerta, sia pure piuttosto bassa in termini di valutazione degli npl.

Se poi si tiene conto del fatto che i due grandi sconfitti dell’era Malacalza sono l’ex ad di Carige Montani e l’ex presidente Castelbarco, si capisce perché i maligni sostengano che i due guardino di buon occhio all’arrivo a Genova del fondo a stelle e strisce, che come detto darebbe fastidio alla famiglia già socia di Pirelli. Montani, addirittura, nemmeno si è presentato all’assemblea convocata per sostituirlo.

VITTORIO MALACALZA ALL’ASSEMBLEA DEI SOCI CARIGE. TUTTE LE FOTO

INCOGNITA BCE

In questo contesto decisamente complesso e in divenire, Francoforte guarda con attenzione a quello che accade a Genova. Il fatto è che secondo indiscrezioni di stampa a fare il tifo per l’offerta del fondo Apollo sarebbe niente meno che la Bce. Una tesi a cui non vuole credere la famiglia Malacalza, il cui rappresentante Vincenzo Mariconda, intervenuto in assemblea, ha argomentato di non ritenere che la Vigilanza europea possa farsi sponsor della proposta. Inoltre, sempre tramite il rappresentante, la famiglia che vive a Genova ha fatto sapere di non volere credere che la Bce intenda “imporre imperativamente soluzioni esterne a un azionariato che ha, anche recentemente e ripetutamente, mostrato di rispondere in modo positivo alle esigenze della banca”.

Mariconda non è esplicitamente entrato nel merito dell’offerta di Apollo, ma ha sottolineato che la cessione delle sofferenze “non risulta sia il frutto di una comparazione di mercato” e che una eventuale cessione “a eque condizioni di mercato” sarebbe nell’interesse della banca e di tutti gli azionisti. Insomma, la partita su Carige è in corso: ci saranno nuove sorprese.



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