Ciao Ste’, scusa se non sono venuto oggi. Ma non potevo staccarmi dalla macchina del giornale.
Oggi come sempre, mi avresti rimbrottato amabilmente. “Non puoi sempre lavorare, pensa pure alla famiglia”, mi redarguivi bonariamente (ma non troppo) quando tornavamo a casa la sera, uscendo dal Foglio.
Lunghe chiacchierate sul giornalismo, sul lavoro, sui pezzi scritti o passati. In verità tu volevi parlare di gatti, di cibo, di libri. Io deviavo il discorso sull’ultimo editoriale del Corriere della Sera. “Ma chissenefrega degli editoriali. Come sta tua moglie? E i figli?”.
Sapevi tutto di me, della mia famiglia. Mi consigliavi su come superare al meglio i mille, piccoli, impicci sul lavoro. E quando ci salutavamo, sotto la tua abitazione, dicevi: “Ehi, mo’ non è che ti metti a vedere Porta a Porta?! Cena con i tuoi e poi senti che ti deve dire tua moglie, chiedi ai figli cosa è successo a scuola. Poi guarda un film con tua moglie, altro che talk politici”.
Però, Ste’, pure tu non scherzavi con la passionaccia per questo lavoro (e in redazione sovente citavi le frasi sentite proprio in quei talk show…). I primi pezzi per la cronaca nera all’Unità, i mille aneddoti sui direttori e sui caporedattori dell’Unità. La noia per le analisi e le note politiche. La gioia per i pezzi di colore, di ambiente. Per le interviste lunghe, calde, appassionate.
Mi ricoprivi di attenzioni e pure di regali. Solo perché ti davo uno strappo in auto fino a Montesacro. Ma il regalo più bello e più prezioso – altro che quelle pantofole chiuse che uso ancora, altro che quelle magliette firmate, altro che quei profumi al thé verde – fu quando accettasti una mia proposta (che pensavo fosse indecente). Giuliano Ferrara annuncia di lasciare la direzione del Foglio. Sms: “Ste’ dai, racconta a Formiche.net i tuoi anni al Foglio con Ferrara”. Risposta: “Ci penso”. Poi, al telefono: “Ho parlato pure con Giuliano, va bene, ti voglio fare un regalo. Mandami qualcuno e chiacchieriamo”.
Ecco qui la “chiacchierata” (oggi ripubblicata sul Foglio dei Fogli).
Ciao Ste’, grazie di tutto.
Penna ironica, cronista raffinato, persona perbene https://t.co/NVVTnTN6SA
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) 16 aprile 2016
Passioni, amori, arguzie e molto altro https://t.co/qqJB8p4Llg
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) 16 aprile 2016
Grazie per i consigli lievi che mi hai donato https://t.co/yeXemjFDiV
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) 16 aprile 2016
Grazie per le chiacchierate in auto su lavoro, famiglia e varia umanità https://t.co/MTIeOW9iFO
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) 16 aprile 2016
“Miche’ tu prendi troppo sul serio il lavoro”. “Grazie Ste’, mi sa che forse hai ragione”. https://t.co/K8dvea80y0
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) 16 aprile 2016
“Miche’ tu metti troppa passione nel lavoro”. “Ste’, però pure tu non scherzi, eh…”https://t.co/1czD1jvSws
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) 16 aprile 2016
“Ste’ dai, racconta a https://t.co/CAuIozJnb0 i tuoi anni al Foglio con Ferrara”. “Va be’, ti voglio fare un regalo” https://t.co/qqJB8p4Llg
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) 16 aprile 2016
Ciao Ste’, grazie di tutto https://t.co/xYzzpl7s7R
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) 16 aprile 2016