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Cosa penso del bonus (elettoralistico) ai pensionati al minimo

Matteo Renzi

Sono mai state registrate delle telefonate ai componenti del Consiglio Superiore della Magistratura rivolte a sollecitare raccomandazioni per la nomina in importanti incarichi dell’ordinamento giudiziario? Si sono mai predisposte delle intercettazioni ambientali nelle stanze in cui i plenipotenziari delle correnti organizzavano lo scambio di voti a sostegno dei loro candidati? Certamente no. A Palazzo dei Marescialli è bandito il “traffico di influenze’’.

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Il governo ha allo studio l’ipotesi di erogare ai pensionati al minimo il bonus degli 80 euro già percepito dai lavoratori dipendenti. Così ha annunciato su Facebook l’inquilino di Palazzo Chigi. Non saremmo certo noi a metterci di traverso su tale provvedimento (del resto non ne avremmo alcun potere). Ma l’operazione sa tanto di misura di carattere elettorale, come quella che fu compiuta – con risultati utili nelle urne – prima dell’elezioni europee. Rimane una domanda: ammesso e non concesso che il governo (Renzi ha aggiunto subito “se ci saranno le condizioni’’) riesca a reperire le risorse (si tratta di oltre 2 miliardi l’anno a favore di 2,2 milioni di pensionati) non varrebbe la pena di destinarle a provvedimenti di carattere strutturale anche in materia di pensioni?

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Dopo ben 8 anni, i metalmeccanici tornano a scioperare unitariamente il 20 aprile. In una vertenza contrattuale – quando le trattative non procedono utilmente – scioperare è un fatto fisiologico. Il problema è un altro: la Federmeccanica ha un’idea – condivisibile o meno – sul futuro delle relazioni industriali e sulla struttura della contrattazione; i sindacati no. Il loro modello è, più o meno, quello di cinquant’anni fa, quando ad innovare il sistema furono loro.

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