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Cosa succederà all’Ice con Marco Simoni

Novità in arrivo all’Ice, l’agenzia per il commercio estero. Il nuovo presidente sarà Marco Simoni, 42 anni, economista e consigliere economico del premier a Palazzo Chigi. Prenderà il posto di Riccardo Monti voluto tre anni fa dall’allora ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e che in questi anni ha rivitalizzato l’istituto che venne messo all’indice come “ente inutile” dall’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. All’epoca, siamo nel 2011, la battaglia tra il ministro del Tesoro e l’allora presidente dell’Ice Umberto Vattani vide soccombere questo ultimo, con Paolo Romani, ministro dello Sviluppo Economico all’epoca, che non riuscì ad opporsi alla soppressione di fatto dell’istituto.

LA TRASFORMAZIONE E I NUMERI

L’istituto è rinato sotto forma di Agenzia per il commercio estero – il decreto Sblocca Italia del governo Renzi gli ha anche affidato anche l’attrazione per gli investimenti esteri – e grazie ad una pesante cura dimagrante ha visto diminuire le sedi all’estero inutili e sfoltire anche quelle in Italia. Un’opera di spending review che il consiglio di amministrazione ha stimato in un risparmio di 5 milioni e mezzo di euro sul funzionamento, anche mediante il ricorso all’outsourcing, e dove sono stati dismessi asset immobiliari per oltre 23,5 milioni.

CHI E’ MARCO SIMONI

Una cura da cavallo che ora verrà gestita da Marco Simoni, romano, economista a Londra, candidato nelle liste di Scelta Civica montiana, già con un ruolo di spicco nella fondazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo, dove era direttore Carlo Calenda, ex viceministro dello Sviluppo economico voluto e promosso dal premier Renzi ad ambasciatore dell’Italia presso la nostra rappresentanza a Bruxelles. Calenda, dopo essere stato nominato viceministro dello Sviluppo dopo la mancata elezione in Parlamento, chiamò proprio Simoni come suo capo segreteria al Ministero, in modo da costituire un asset che puntava al rilancio del made in italy nel mondo.

IL BIVIO PER IL FUTURO DELL’ICE

Tra la morte e poi resurrezione dell’Ice il dibattito è stato se un’agenzia che ha come core business la promozione del commercio estero dovesse stare sotto la guida politica del Ministero dello Sviluppo Economico oppure fosse più naturale che la cabina di regia stesse al Ministero degli Affari Esteri visto che spesso i funzionari Ice lavorano a stretto contatto con le ambasciate e i consiglieri commerciali.

IL TERZO SCENARIO

La nomina di Simoni andrebbe oltre e completa l’idea del presidente Renzi che ha sempre avuto in mente “un terzo scenario”: l’Ice deve essere guidata direttamente da Palazzo Chigi, dal Governo, perché in questi anni di crisi economica gli unici segnali di vita sono arrivati proprio dalle aziende che hanno investito all’estero e sono riuscite ad internazionalizzarsi, basta ricordare il dato del 2015 con l’export che ha sfiorato il 5%. Non è un caso che Renzi sottolinei sempre la forza del made in Italy all’estero, delle storie di successo di chi ha sfidato la sorte ed è cresciuto oltre confini, dove Sergio Marchionne è solo l’apice di questo “coraggio” imprenditoriale. Ecco perché Simoni per l’esecutivo è il candidato naturale per il ruolo di presidente. Confermando però anche Roberto Luongo, direttore generale dell’agenzia, un passato a New York, che ha valorizzato le esperienze di funzionari e dirigenti. Insomma “la mente politica” a Chigi ma il cuore a viale Litz.

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