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Elezioni, cosa faranno i Radicali a Roma e Milano

Marco Pannella

“Radicali”. E poi “federalisti, laici, ecologisti”. E’ questa la scritta che campeggerà nel simbolo con cui i Radicali Italiani parteciperanno a Roma e Milano, con proprie liste, alle prossime elezioni comunali. Il simbolo, e il senso dell’iniziativa politica che ad esso è sottesa, sono stati presentati ieri, a Roma, con una conferenza stampa ospitata dalla storica sede del Partito radicale, in via di Torre Argentina. “Vogliamo riconquistare – ha detto Riccardo Magi – il diritto a essere quel soggetto politico, liberale, federalista europeo, laico e ambientalista” per cui, a suo avviso, c’è spazio nel nostro Paese.

I giornali di oggi non lo notano, ma va detto subito che quella di cui stiamo parlando è un’iniziativa perfettamente coerente con gli esiti del più recente Congresso di Radicali Italiani, quello conclusosi a Chianciano il 1° novembre dell’anno scorso. La conferenza stampa è stata tenuta, infatti, dal trio dei vincitori, se così vogliamo chiamarli, del Congresso del 2015, e cioè dallo stesso Magi, in quell’occasione eletto segretario di Radicali Italiani, dal tesoriere Valerio Federico, che con Magi aveva presentato la “mozione generale”, ovvero il documento politico conclusivo approvato a Chianciano, e da Marco Cappato, che – sempre a Chianciano – fu eletto presidente. Su Formiche.net, avevamo allora osservato che dopo la segreteria di Rita Bernardini, molto concentrata sul tema delle carceri, considerate a loro volta come il punto più acuto della crisi della giustizia, le elezioni comunali del 2016 avrebbero probabilmente offerto al nuovo gruppo dirigente radicale l’occasione di tornare a misurarsi con una gamma più ampia di temi politici e amministrativi, scelti allo scopo di riaprire un dialogo con l’intera società, a partire dagli abitanti delle grandi aree urbane. Ovvero, da quei settori sociali in cui più vasta era stata l’eco dell’iniziativa radicale nei suoi anni d’oro.

Se tutto è andato secondo ciò che era prevedibile, ci si può chiedere dove sia la notizia. Per rispondere, bisogna fare un passo indietro. Bisogna cioè ricordare che quando si parla dell’area politica che vede in Marco Pannella il proprio padre fondatore, si dice, in genere, “i radicali”; ma questa è una dizione imprecisa. Infatti, il Partito Radicale e Radicali Italiani non sono la stessa cosa. Il primo, definito ufficialmente come “nonviolento, transnazionale e transpartito”, è il figlio prediletto di Pannella. Si tratta, in pratica, dell’evoluzione del vecchio Partito Radicale, trasformato per volontà dello stesso Pannella, tra la fine degli anni 80 e l’inizio del decennio successivo, in una Organizzazione non governativa che punta, volando alto, a occuparsi di diritti umani in una dimensione sovranazionale. Un’organizzazione, ancora, che sta al centro della cosiddetta “galassia radicale”, composta, a sua volta, da una serie di sigle dedicate a tematiche specifiche. Tra queste c’è anche, per l’appunto, Radicali Italiani, un’associazione politica, forse meno amata dallo stesso Pannella, il cui compito dovrebbe essere quello di agire sul terreno nazionale, ma anche di fare da sponda, in Italia, alle iniziative sovranazionali del Partito Radicale.

Tra le due formazioni, non vi sono, a tutt’oggi, percepibili differenze ideologiche. Tuttavia, va detto che – nel corso del tempo – quella che, nei disegni di Pannella, avrebbe dovuto essere una semplice differenza funzionale, ovvero una distinzione connessa agli specifici e diversificati ambiti di intervento, ha finito per irrobustirsi con il progressivo costituirsi di due distinti gruppi dirigenti. Due gruppi rispetto ai quali la principale differenza politica è costituita dalla maggiore o minore sensibilità verso gli obiettivi che Pannella, di volta in volta, prima immagina e poi consegna al Partito.

Il primo gruppo, prevalente nel Partito nonché in associazioni della galassia quali Nessuno tocchi Caino, guidata da Sergio D’Elia, è più vicino al verbo pannelliano ed è attualmente tutto dedicato a una campagna di difficile definizione: quella per la “comune transizione verso lo Stato di diritto”, di Paesi arabi ed europei, e per la conseguente affermazione, in sede Onu, del cosiddetto “diritto umano alla conoscenza”.

Il secondo gruppo, prevalente in Radicali Italiani e in formazioni quali l’Associazione Luca Coscioni “per la libertà di ricerca scientifica”, di cui Cappato è stato a lungo dirigente, pur non respingendo le indicazioni pannelliane, tende a non considerarle esaustive dei possibili campi d’azione dell’iniziativa radicale, e quindi a muoversi anche sul terreno forse più circoscritto, ma probabilmente più solido, dei problemi che affliggono, da una parte, la società italiana e, dall’altra, le istituzioni democratiche e gli assetti legislativi del nostro paese.

Il primo obiettivo della conferenza stampa convocata, con evidente sprezzo del pericolo, il 1° di aprile, era dunque quello di comunicare che iniziative elettorali che, come vedremo, sono anche diverse tra loro, come quelle relative a Roma e a Milano, fanno comunque parte di un unico disegno politico a carattere nazionale. Quello, appunto, affermatosi a Chianciano cinque mesi fa, nonostante l’esplicita opposizione di dirigenti più vicini a Pannella, quali l’ex parlamentare Marco Beltrandi.

Ora va detto che Magi, eletto a suo tempo nel Consiglio comunale di Roma, pardon nell’Assemblea capitolina, quale candidato nella lista nata a sostegno di Ignazio Marino, ha interpretato il suo ruolo di consigliere comunale in modo tanto combattivo, quanto indipendente. Su temi specifici, da un lato, è quindi entrato in rotta di collisione col sindaco Marino mentre, dall’altro, non ha lesinato critiche al Pd. Quando il nome di Roberto Giachetti, doppia tessera Pd e radicale, è emerso tra quelli dei possibili candidati alla guida del Campidoglio, un gruppo di esponenti del Partito Radicale, capeggiati dal tesoriere Maurizio Turco, ha prontamente formato un comitato pro Giachetti sindaco. Ciò, con ogni probabilità, non solo allo scopo, esplicito, di sostenere la candidatura di un ex dirigente del Partito radicale, ma anche a quello, implicito, di mettere in difficoltà Magi, aggirandolo rispetto alla sua ipotizzabile volontà di mantenere aperta una polemica col Pd su specifiche problematiche amministrative, quali il ruolo delle società di servizi appartenenti in maggioranza al Comune, a partire dall’Atac. Come a dire: noi, il Partito Radicale, stiamo con Giachetti, mentre tu rimani lì da solo a occuparti di quisquilie municipali.

A questo punto, però, con due successive interviste mandate in onda da Radio Radicale, hanno fatto sentire la loro voce Emma Bonino e Gianfranco Spadaccia. I quali hanno lanciato entrambi un appello all’unità dei radicali di fronte alla scadenza delle elezioni comunali a Roma. Dando prova di una indubbia prontezza, Magi ha colto la palla al balzo e ha deciso, d’accordo col segretario di Radicali Roma, Alessandro Capriccioli, non solo di partecipare, come prevedibile, alle elezioni comunali a Roma, ma di farlo con una lista a sostegno della candidatura di Giachetti a sindaco.

Diverse le cose a Milano. Qui Cappato, come Magi a Roma, è un consigliere comunale uscente. All’insegna della campagna “Milanosimuove”, lo stesso Cappato ha puntato, già all’inizio del decennio, a rinverdire in chiave cittadina lo strumento del referendum, proponendo una serie di quesiti dedicati a temi prevalentemente ambientali e urbanistici. Ma adesso, la mancata collaborazione della maggioranza uscente nell’avvio di una nuova tornata referendaria, aggiuntasi a difficoltà di rapporti interni alla stessa maggioranza emerse negli anni scorsi, lo hanno portato a separarsi dagli aspiranti eredi di Pisapia. In pratica, Cappato capeggerà una lista radicale in cui giocherà il ruolo di candidato sindaco, tentando di togliere voti a Giuseppe Sala, da un lato, e a Stefano Parisi, dall’altro. Anche se il suo scopo dichiarato non è quello di fare il sindaco della capitale morale, ma di fare campagna a favore della sua reiterata iniziativa referendaria.

Un’ultima osservazione. Alla conferenza stampa di presentazione del nuovo simbolo elettorale di Radicali Italiani ha partecipato anche Emma Bonino. La quale, come è noto, pur rappresentando di fatto l’altro polo dell’area radicale, non ha mai scelto di contrapporsi esplicitamente a Pannella. E certamente non comincerà a farlo adesso, ovvero in un momento in cui le condizioni di salute dell’anziano leader si sono repentinamente aggravate.

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