Enel, Telecom o entrambe? Metroweb, la società della fibra presieduta da Franco Bassanini, dovrà presto giocare a carte scoperte, decidendo da quale parte stare. E se nell’accordo con Enel, dato per imminente, sembra esser spuntato un ostacolo di non poco conto relativo al controllo della newco in fase di studio per la banda larga, il nuovo ad di Telecom, Flavio Cattaneo, pare intenzionato a rientrare in gioco. Rinsaldare i rapporti con Cdp, principale azionista di Metroweb insieme a F2ì, sarebbe d’altronde in cima ai pensieri del socio di maggioranza del gruppo telefonico, Vivendì. “Abbiamo tre tavoli negoziali aperti – ha ricordato Bassanini all’Adnkronos – uno con Telecom Italia, uno con Enel, uno con Vodafone e Wind”.
Ma vediamo ora tutti i nodi ancora da sciogliere in materia di fibra ottica.
IL PIANO DI ENEL
Enel alla presenza del premier Matteo Renzi ha annunciato un piano di investimenti sulla banda larga per complessivi 2,5 miliardi di euro, con un ebitda che potrebbe raggiungere nei prossimi 3-4 anni circa 250 milioni di euro, e con la possibilità “di replicare il piano della banda larga in altri Paesi dove la società elettrica è presente con una propria rete di distribuzione”.
Nel corso della presentazione a Palazzo Chigi del piano sulla banda ultralarga di Enel open fiber , la società costituita ad hoc a dicembre e guidata dall’ad Tommaso Pompei, Starace ha annunciato di aver ricevuto parecchie manifestazioni d’interesse, ma per conoscere i partner finanziari è ancora presto, saranno selezionati dopo l’estate. Accordi di carattere commerciale sono stati raggiunti invece con Wind e Vodafone che si sono impegnate ad utilizzare la rete di Enel, garantendole quindi un sicuro ritorno economico, per portare i servizi ai propri utenti.
IL NODO DEL CONTROLLO
C’è un nodo che rischia adesso di far saltare gli accordi tra Enel e la società milanese della fibra: “Metroweb e Enel Open Fiber non sono d’accordo su chi deve gestire i 4 miliardi di appalti legati alla costruzione della nuova rete in fibra. Tant’è che, almeno nella fase iniziale, ciascuna delle due parti pone come pregiudiziale di avere la maggioranza del 51% della new co in fase di studio”, ha scritto Antonella Olivieri sul Sole 24 Ore. Il nodo del controllo avrebbe delle ricadute su Telecom, che “non potrà più aggiungersi al tavolo” : “Telecom non potrà andare a rimorchio perché a differenza degli altri player, ha da difendere il valore della sua rete fissa”, ha spiegato Olivieri.
I PIANI DI TELECOM
E se invece Telecom chiudesse l’affare da sola? La volontà dell’incumbent di portare a termine i negoziati con la società guidata da Alberto Trondoli intrapresi da Marco Patuano, non è cambiata con l’arrivo del nuovo ad Flavio Cattaneo. A breve Telecom potrebbe formalizzare la volontà di chiudere il negoziato con una proposta scritta. Telecom e Metroweb hanno presentato all’Agcom un piano da 2,5 miliardi di euro per cablare 250 città.
UNA NUOVA STRATEGIA PER LA RETE IN RAME
L’accordo con Metroweb potrebbe rivelarsi strategico per la rete della società di Recchi: “Il valore della rete in rame di Telecom ha iniziato il count down”. L’allarme, suffragato da numeri e con annesso suggerimento al nuovo amministratore delegato, arriva dalle colonne del supplemento del quotidiano la Repubblica “Affari e Finanza”. I numeri: cinquecento milioni di euro l’anno, sono la cifra pagata da Wind e Vodafone a Telecom per l’affitto dei cavi in rame che vanno dalle centrali telefoniche fino alle abitazioni dei loro utenti, ovvero 5 milioni di abbonati che appena possibile passeranno alla fibra di Opf. Quando? Dal 2016 al 2018.
“Per Telecom prendere Metroweb può essere anche un modo per rallentare Eof (e forse nemmeno poi di tanto)”, ha scritto Stefano Carli suggerendo a Cattaneo di “trovare una nuova strategia sulla rete in rame che non sia di pura difesa”.