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Come e perché Forza Italia ha tradito la rivoluzione liberale sbandierata

Silvio Berlusconi, guido bertolaso

L’intuizione politica del direttore Michele Arnese nella sua limpida onestà intellettuale non utilizza cattiveria d’analisi né piglio maligno, a proposito di quanto sta accadendo dentro Forza Italia (parla di suicidio politico), non solo per ciò che è successo in Senato con la mozione di sfiducia, più teatrale che reale, ma anche per quanto sta accadendo nelle grandi città dove si vota per il rinnovo delle amministrazioni comunali.

Arnese ha evidenziato le palesi e profonde contraddizioni del documento politico di sfiducia del gruppo di FI con l’azione svolta da Berlusconi & C. nel suo ventennio politico. Verità sacrosanta. Forza Italia a parole nasce con l’obiettivo della grande rivoluzione liberale, di “rottamare”, com’era anche nelle primarie intenzioni di Renzi, la vecchia politica: dell’inciucio, dell’accordo sottobanco, delle spartizioni cencelliane, ma poi ogni occasione è risultata utile per trattare con alleati e avversari sui temi della informazione televisiva e non, e quelli della giustizia, ottenendo indubbi vantaggi nel settore della grande informazione, dell’editoria, della distribuzione, ma anche in campo giudiziario.

Non c’è stata un’azione di governo che tenesse in conto dovuto l’interesse generale, ma solo quello di alcuni sodali, amici e parenti. Dietro il paravento dello slogan della “rivoluzione liberale” Berlusconi ha concluso i più importanti affari di famiglia. Il Paese infatti, durante il suo ventennio politico, non ha visto benefici, tanto da essere allo stato quasi fanalino di coda dell’UE. Il ventennio forzitaliota sta evaporando clamorosamente e miseramente sotto i colpi della nequizia politica e della farsa. Constatare che il capo di FI è poco presente su tutto dà l’esatta sensazione, se non la certezza, che sta svolgendo il ruolo di melanconica comparsa nello spazio politico-istituzionale. Non è un risultato di certo confortante, potrà esserlo per il PD di Renzi, ma non per un vasto elettorato laico, liberale, cattolico, riformatore che non ha simpatia per l’attuale capo del governo e per il suo fumoso “partito della nazione”, e che quindi cerca un’opzione politica diversa e di opposizione al renzismo.

Le sottolineature di Michele Arnese hanno l’ulteriore pregio, considerato il declino dell’altra gamba del sistema politico italiano, non si possono di certo seguire gli aleatori disegni di Beppe Grillo, di indurre ad una riflessione concreta e propositiva, per far nascere un’idea che diventi fatto politico in alternativa al PD.


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