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Cosa si è detto all’Internet Day

Al di là di manifestazioni, proteste e scontri, l’Internet day di ieri, venerdì 29 aprile, al CNR di Pisa, è stato quello che Matteo Renzi si augurava che fosse: un successo politico e mediatico. E’ quanto si vocifera oggi tra gli organizzatori.

Dopo aver annunciato con largo anticipo, da circa un mese, che avrebbe partecipato alle celebrazioni per i trent’anni della prima connessione Internet in Italia, il premier è però mancato all’appello per “accogliere il vicepresidente americano Joe Biden a Roma” (qui le foto di Palazzo Chigi), come ha detto, o per sbollire gli animi per scontri della mattinata?

Ecco comunque fatti, numeri e curiosità della manifestazione.

LE CURIOSITÀ DELL’INTERNET DAY

Era il 30 aprile del 1986 quando, per la prima volta, il segnale partito dal Centro universitario per il calcolo elettronico (CNUCE) di Pisa, arrivò alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania. “Ping”, scrisse il Cnr, “Ok”, rispose Roaring Creek. Così, 30 anni fa,  l’Italia è stata connessa a Internet. Ma, come spesso accade, le grandi scoperte sono considerate tali solo dopo qualche tempo. E così, quelli che oggi vengono definiti come precursori, avanguardisti e pionieri, al tempo erano 4 ricercatori, Stefano Trumpy, Luciano Renzini, Antonio Blasco Bonito Marco Sommani, che riuscirono in una grande impresa alla quale però venne dato poco peso e nessuna eco mediatica: “Une settimana dopo la scoperta scrivemmo al presidente del Cnr per annunciare il buon esito; lui neppure rispose”, ha affermato Blasco Bonito.

Tra i ricordi di quell’impresa anche quello di Domenico Laforenza, direttore dell’Iit-Cnr e responsabile dell’Area Cnr di Pisa: “Entrai al CNUCE nel settembre del 1972 come studente, lavorando ai grandi calcolatori. Avevo 20 anni e ho avuto la possibilità di lavorare con persone di altissimo profilo professionale, in un ambiente irripetibile intriso di competenze e entusiasmo. Oggi, con una punta di commozione, posso dire ‘Si, io c’ero!’”.

Perché sì, erano davvero grandi quei calcolatori.

IL VALVOLONE VINTAGE

Dopo i saluti istituzionali di Laforenza e del vice-presidente della Toscana Monica Barni, e del sindaco di Pisa Marco Filippeschi, il presidente del Cnr, Massimo Inguscio, è salito sul palco con una valvola di 20 cm, una delle 500 che operavano dentro la prima CEP (Calcolatrice Elettronca Pisana), più comunemente indicata come calcolatore. Il CEP occupava tre stanze e venne realizzata con il contributo, messo a disposizione nel 1953, delle province di Pisa, Lucca e Livorno: 150 milioni di lire che poi, su suggerimento di Enrico Fermi, furono investiti nella realizzazione di un calcolatore elettronico. “Internet, dopo 30 anni, ha bisogno di un nuovo impulso, di una nuova partenza”, ha affermato Inguscio.

RENZI E LA TECNOLOGIA

Seppur non presente fisicamente all’evento, Renzi ha partecipato all’Internet Day con un collegamento video con il Digital Champion Riccardo Luna, cerimoniere della manifestazione. “Proprio oggi il consiglio dei Ministri parlerà di un decreto sulla banda ultra larga. Facciamo un ulteriore step in avanti. Lo Stato mette i soldi, miliardi di euro, dopo tante chiacchiere si parte”, ha affermato il premier.

Le comunicazioni del governo Renzi sullo sviluppo della rete internet, sulla ricerca e sull’agenda digitale, in questi ultimi giorni, sono state parecchie. Proprio due giorni fa, giovedì 28 aprile, agli Stati Generali della ricerca in sanità presieduti dal ministro Beatrice Lorenzin, è stato annunciato un finanziamento di 3,5 milioni di euro al comparto della ricerca, di cui 1 alla cultura. “Investire sul digitale significa puntare sull’economia del lavoro e sull’occupazione”, ha chiosato Renzi.

LE LAUREE IN DEFICIT (DI STUDENTI)

“Yes we Stem”, ha esordito il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, riferendosi a quei percorsi di studio poco scelti dagli studenti ma molto richiesti dal mercato lavorativo. “Le Stem – lauree Scientifiche, tecniche, elettroniche e matematiche – al contrario di altri Paesi europei, in Italia sono in deficit di studenti – ha affermato Giannini – dobbiamo fare di tutto per invertire questa tendenza”.

E proprio oggi è stata ufficializzata la candidatura dell’Italia per il coordinamento della flagship approvata da poco dalla Commissione europea che prevede stanziamenti economici di un miliardo di euro per progetti meritevoli sulle tecnologie quantistiche. Seppure l’Olanda sia tra i paesi favoriti, il ministro Giannini ha detto che l’Italia ce la può fare.


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