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Metalmeccanici, cosa cambierà dopo lo sciopero

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“Sciopero riuscito!” esultano all’unisono i sindacati metalmeccanici. È questo il commento ricorrente dalle cento piazze d’Italia caratterizzate da presidi, cortei e comizi. Oggi, infatti, si è svolto lo sciopero generale dei lavoratori del settore in questione che per quattro ore hanno incrociato le braccia a sostegno della vertenza contrattuale.

L’INTERVISTA DI STORCHI AL GIORNALE

La giornata era iniziata con l’ennesimo appello dei vertici di Federmeccanica. In un’intervista rilasciata dal presidente degli imprenditori metalmeccanici a “Il Giornale” si capiva che tra le parti le posizioni erano immutate. “Noi restiamo fortemente ancorati alla nostra proposta– dichiarava Fabio Storchi ad Antonio Signorini, cronista economico del quotidiano milanese- diciamo di spostare il baricentro degli incrementi salariali dal contratto nazionale al contratto aziendale. I prezzi industriali sono negativi, il costo della vita non aumenta, inutile pensare oggi a un sistema contrattuale che diventa la sommatoria di incrementi salariali. Va favorita la produttività perché, la ricchezza deve essere prima creata e poi redistribuita”. Storchi ribadiva anche i dati della crisi: “Tra il 2007 e il 2014 – continuava- la produzione metalmeccanica è diminuita di circa il 30%, si sono persi di 252.000 posti di lavoro. Non comprendiamo lo sciopero proprio perché in una fase come questa non possiamo disperdere le poche risorse disponibili, bisogna semmai cercare insieme una soluzione efficace per consentire alle imprese di tornare a creare ricchezza”. Insomma, nessun ripensamento da parte delle imprese”.

PALOMBELLA DA REGGIO EMILIA

Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, che ha parlato al comizio di Reggio Emilia, la città in cui è ubicata la Comer Industries SpA (di cui Storchi è proprietario, ndr) è partito proprio dalle parole espresse per l’ennesima volta dall’imprenditore emiliano.”Federmeccanica –ha detto il leader delle tute blu della Uil- cambi proposta contrattuale, a partire dal salario e ci convochi al più presto al tavolo negoziale, perché oggi i metalmeccanici in tutta Italia stanno dando una prova di determinazione, responsabilità e orgoglio. Questa è la città del tricolore che ha unificato l’Italia ed è inammissibile che i vertici degli imprenditori metalmeccanici ci propongano di dividere un milione e seicentomila addetti del settore con aumenti differenziati e paghe altrettanto differenti. Il primo livello contrattuale deve dare aumenti retributivi a tutta i metalmeccanici e non ad una loro esigua minoranza, perché va recuperato il potere d’acquisto tenendo conto dell’inflazione e della crescita del settore. La forza espressa dai lavoratori metalmeccanici che oggi hanno incrociato le braccia in ogni dove indurrà Federmeccanica a fare marcia indietro”.

BENTIVOGLI DA NAPOLI

La forte presenza in piazza ma, soprattutto, l’adesione allo sciopero di oggi con fabbriche vuote “dove la percentuale più bassa va dal 70 al 75%” è la dimostrazione della forza dei metalmeccanici. È il risultato che ha rivendicato a Napoli il segretario generale della  Fim, Marco Bentivogli, al termine del corteo che da piazza dei Martiri si è snodato fino alla sede della giunta regionale della Campania. Da qui, Bentivogli ha comunicato i primi dati nazionali sull’adesione allo sciopero che smentiscono “le previsioni del presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi. I lavoratori hanno capito che bisogna cambiare, serve un contratto di svolta che sia per tutti. Se questa era una sfida per Federmeccanica, questa di oggi è la risposta, la più forte che potevamo dare”.

LANDINI DA MILANO

Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, ha parlato a Milano, al termine di un corteo che da piazza San Babila è arrivato sino ai cancelli della sede di Assolombarda: “Scendiamo in piazza unitariamente –ha detto- per cambiare le politiche sbagliate di Federmeccanica e del governo. Perché uniti possiamo davvero convincere le imprese. Il governo dovrebbe fare un provvedimento urgente per defiscalizzare gli aumenti dei contratti nazionali di lavoro. Il governo ne ha fatte già abbastanza a favore delle imprese. Ora servirebbe una defiscalizzazione degli aumenti contrattuali non solo dei metalmeccanici, perché molte categorie sono senza contratto nazionale. Milioni di persone. Questo è il momento per il Paese di far ripartire l’economia. La riuscita dello sciopero dimostra come i metalmeccanici vogliono un nuovo contratto nazionale, un loro chiaro diritto: Federmeccanica da domani deve risedersi al tavolo delle trattative, non credo voglia assumersi la responsabilità di uno scontro del quale adesso il Paese non ha bisogno”.

LO SCENARIO A BREVE

La cronaca della giornata ci ha raccontato ancora una volta la storia di imprenditori e sindacati metalmeccanici divisi da posizioni contrattuali diverse a partire dal salario.
La novità odierna è rappresentata dalla riuscita del primo sciopero unitario di questa vertenza contrattuale, ma anche il primo insieme di Fim, Fiom e Uilm a sostegno del rinnovo del Ccnl  dal 2007 ad oggi.
La prospettiva a breve termine è che le parti contrapposte, subito dopo le distinte comunicazioni sui dati relativi all’adesione allo sciopero, attiveranno le rispettive diplomazie per ritrovare la strada del negoziato.
“Bisogna farcela prima dell’estate!”, sostiene più di qualcuno che ha memoria storica di contrattazione nei metalmeccanici, sia da una parte che dall’altra.


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