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Perché io, prof. di diritto costituzionale, non concordo con il presidente della Consulta sul referendum del 17 aprile

Di Marco Olivetti
presidente consulta

Il presidente della Corte costituzionale dice che il buon cittadino va sempre a votare nel referendum. Mi pare che sia un’opinione legittima. Ma la competenza professionale di questo presidente è la storia del diritto, con specializzazione sul medioevo. Non mi pare si segnali per studi giuridici sul diritto costituzionale vigente: il che spiega bene la sua opinione, che è giuridicamente errata.

L’astensione nel referendum è un diritto fondamentale del cittadino, in virtù del combinato disposto degli art. 21 (versante negativo della libertà di pensiero ), 48 primo comma (libertà di voto, che include il diritto di non votare, salvo che esistano interessi pubblici imperativi, che giustificano la previsione del dovere civico di votare nelle elezioni) e 75 quarto comma (quorum di validità del referendum, che rende inoperante per tale referendum il dovere civico di votare).

Del resto, Su questo tema c’è ormai una prassi costante, che potrebbe quasi ergersi a consuetudine interpretativa dell’art. 75 Cost. Come ben sa chi si occupa delle istituzioni italiane attuali, anziché del medioevo.

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