Con l’elezione di Piercamillo Davigo i magistrati italiani hanno voluto innalzare sul pennone della loro Associazione nazionale la bandiera di combattimento (una delle ultime rimaste) di una vicenda giudiziaria (Tangentopoli e vari corollari) da loro ritenuta gloriosa. E se invece fosse una pagina oscura nella storia della Repubblica?
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Corrado Passera mi ha sempre ricordato il caso di un signore che si reca a teatro e tenta di accomodarsi in una fila in cui tutti i posti sono già occupati. Finalmente se ne è accorto anche lui; tanto che a Milano – per le elezioni amministrative – alla fine si è seduto in braccio a Stefano Parisi.
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Presidente Paolo Grossi, a votare domenica ci vada lei. Come si permette di prendere una posizione che ha, inevitabilmente, un risvolto politico?
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Sabato scorso mi sono recato a Lugo, una bella e laboriosa cittadina romagnola (dove nacque Francesco Baracca, uno dei precursori dell’aviazione militare) per partecipare ad un dibattito sul lavoro, promosso dalle ACLI. La sala era piena con la presenza di rappresentanti delle istituzioni e della società civile. C’era persino il vescovo. Un imprenditore, molto stimato in quel territorio e titolare di un’azienda di macchinari sofisticati per la selezione della qualità della frutta, che esporta il 95% della produzione ha affermato che la sua impresa avrebbe la disponibilità di assumere almeno 50 dipendenti in più, ma non riesce a trovarli (ovviamente con certe caratteristiche). Perché allora – mi ha chiesto – si parla tanto di disoccupazione giovanile? Voi che cosa avreste risposto?
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Il presidente Cesare Damiano ha il fiuto del cane da tartufo quando si tratta di scoprire quella che lui considera una manomissione della sacralità della previdenza. E, dall’alto dello scranno più importante della Commissione Lavoro della Camera, bastona, come Cristo nel tempio, i “mercanti’’ disposti a svendere i sacrosanti diritti previdenziali dei lavoratori italiani. Scorrendo il DEF, Damiano si è accorto che le pensioni delle vedove e degli orfani sono di nuovo in pericolo. Ripartirà allora, fin dalle prossime ore, la consueta commedia degli equivoci: nei talk show fioccheranno le accuse al Governo, mentre gli yesman (e le yesgirls) di Matteo Renzi si affretteranno di nuovo a smentire. Nessuno, però, è stato fino ad ora in grado di spiegare perché le nuove pensioni indirette e di reversibilità, come del resto le nuove prestazioni integrate al minimo e gli assegni al nucleo familiare – già sottoposte alla c.d. prova dei mezzi (ovvero alla verifica della sussistenza dei requisiti di reddito previsti per l’erogazione di tali trattamenti) – dovrebbero essere ancora sottratte a un sistema di misurazione, come l’ISEE, ritenuto più efficace e più corrispondente alla realtà.
