1) Perché non andare a votare ai referendum abrogativi è un sacrosanto diritto costituzionale. Non esistono cittadini di serie A o di serie B. Gli unici cittadini di serie B sono quelli che sostengono che chi non vota i referendum è un cittadino di serie B.
2) Perché questo referendum non cambia nulla. Questo referendum non cambia nulla a tal punto che, se anche vincesse il sì, nulla cambierebbe sulla possibilità di fare nuove trivellazioni marine in questo paese. Le trivelle esistenti continuerebbero ad operare. In ballo c’è solo il rinnovo di concessioni su qualche decina di piattaforme che andranno a scadere tra il 2018 e il 2034. Ma soprattutto:
3) Perché in un Paese che è già uno dei maggiori produttori di energia solare al mondo (e non è necessariamente una buona notizia, visto che per diventarlo abbiamo adottato tecnologie premature, inefficienti, con enormi costi scaricati sulla collettività), questo referendum tocca appena una cifra variabile tra 1% e 3% dei consumi nazionali di idrocarburi (e non da domani, ma nei decenni che vengono).
4) Perché questo referendum con cambia nulla dal punto di vista della domanda di idrocarburi degli italiani. Quel 1-3% di consumi dovrà comunque essere soddisfatta. Semplicemente, la consumeremo aumentando le importazioni. E ci renderemo ancora più dipendenti dalle multinazionali straniere del petrolio, in barba agli idioti che sostengono che questo è un voto contro le multinazionali. Ma soprattutto:
5) Perché in uno dei paesi con il paesaggio, le coste e l’ambiente più devastati del pianeta, famoso per le milioni di villette abusive in riva al mare, le cementificazioni a random, le terre dei fuochi, i piani di sviluppo urbanistico a cazzo, e i fiumi dove perfino le alghe di Fukushima si rifiuterebbero di crescere, spiegatemi cosa cambia se tra qualche anno non rinnoviamo le concessioni per una dozzina di piattaforme di una delle poche industrie regolamentate, controllate e che, non a caso, non ha mai creato uno, dico un solo incidente ambientale.
6) Perché, diciamolo, l’unica ragione per cui si vuole questo referendum, non ha nulla a che fare con le trivelle, né tantomeno con la tutela dell’ambiente o con il futuro del pianeta in cui vivranno i nostri figli. L’unica ragione è: Matteo Renzi. Lo sanno tutti. Lo sapete tutti. Parlate con chiunque vuole andare a votare. Alla fine, ti renderai conto che lo fa per un’unica ragione: andare in culo a Renzi. Qualcuno vuole mandargli un “avviso”. Altri vorrebbero proprio cacciarlo. Allora lasciatemi dire quali sono le vere ragioni per cui questo referendum non serve a nulla:
7) Perché questo referendum non alterna di una virgola gli equilibri di potere che tengono al governo Matteo Renzi. E sapete perché?
8) Perché una settimana dopo il referendum, quando ve ne starete belli belli col culo all’aria a godervi la domenica in spiaggia, dopo esservici recati in macchina avendo scaricato qualche centinaio di grammi di anidride carbonica nell’atmosfera, di questo referendum non se ne ricorderà più nessuno, che abbia vinto il sì, che abbia vinto il no, o che non si sia raggiunto il quorum. E sapete perché?
9) Perché la politica e la salvezza del nostro pianeta sono cose stra-maledettamente serie. Mentre questo referendum è una buffonata. Salvare il pianeta ha in primo luogo a che fare con politiche serie e con i comportamenti dei cittadini, a partire dai vostri. Se veramente volete essere seri, iniziate a darvi l’obiettivo concreto di andare al lavoro con la bici o con i mezzi pubblici almeno una volta a settimana (poi, quando ci riuscite, andateci due, tre, quattro volte a settimana). Impegnatevi veramente a non sporcare le città in cui vivete, a fare la raccolta differenziata, a fare più conference call e meno riunioni, a mangiare prodotti industriali (che sono i più sicuri e meno inquinanti) e a rifiutare la propaganda manichea del bio, dell’organico e di altre simili minchiate buone solo per consumatori viziati e pigri di cervello. E, a proposito di serietà:
10) Perché dire che i cittadini hanno diritto di decidere su materie tecniche e, sostanzialmente irrilevanti, come le trivelle, è pura demagogia da quattro soldi. Vi piaccia o meno Renzi, il suo governo è uno dei pochi che stia facendo cose serie: dalla riqualificazione di Bagnoli alle detrazioni per il solare. E tanto altro. Il vero diritto che devono rivendicare i cittadini è quello di avere veramente il potere di decidere chi si occupa di queste questioni, e di dire “basta” al cialtronismo ipocrita e strumentale di associazioni come Greenpeace che hanno come unico obiettivo quello di sfruttare qualsiasi pretesto di comunicazione pur di fare fund raising e trovare imbecilli disposti a fare donazioni, o, peggio, di politici di bassa lega che, non avendo nulla di concreto da proporre, l’unica cosa che sanno fare è sfruttare un referendum idiota per non ottenere nulla. Meno di nulla.