Skip to main content

Cosa (non) ha fatto Renzi

Matteo Renzi

Il PdL (FI?) che si scioglie come neve al sole; il PD disarticolato tra “ditta” e “giglio magico”; il centro destra “sfarfallato”. Il rottamatore: un uomo solo al comando, superforte alle europee, in netta difficoltà, ora.

La pretesa superiorità “etica” della sinistra è stata clamorosamente smentita, per l’ennesima volta, dai giochi sporchi di chi governa o sottogoverna. Al centro, “la toscanità”, all’estrema periferia il resto d’Italia. Con la parola d’ordine ROTTAMAZIONE si è creato un caos istituzionale micidiale: via il CNEL (ma c’è un fantasma), via le Province (ma non del tutto), aggregazione dei comuni (ma solo parziale), assetto monocamerale del parlamento (?). Ni al Senato, che vivrà ma con un “paciugo” istituzionale, fatto solo per dare una protezione parlamentare alle decine di consiglieri regionali inquisiti.

Gli ultimi 4 governi (ma qui parliamo di quelli Monti-Letta-Renzi) hanno sbagliato in modo clamoroso le previsioni sui dati macroeconomici. Siamo in deflazione, Il rapporto DEBITO/PIL è cresciuto (anni 2012-2015) dal 123,1 al 132,8%, nonostante le stangate ed i ripetuti salassi pensionistici. Il PIL è passato da un -2,8% (2012) a -0,7% (2013), a -0,3% (2014), a +0,8% (2015), ossia è stato inferiore rispetto alla media UE, mentre la spesa pubblica è esplosa , perchè non si è fatta una vera spending review ed i nostri consigli a Cottarelli sono finiti in un buio cassetto.

Renzi ci aveva promesso un aumento più marcato del PIL : previsioni iniziali per il 2015, +1,4%; per il 2016, + 1,6%, ora abbassate nel DEF ad un più modesto +1,2%, coin una “oscillazione possibile” da 0,8 ad 1,4%

Dall’ottimismo economico renziano del Gennaio 2015 siamo così passati ad un “grugno” renziano, in occasione della presentazione del DEF/PNR, giovedì sera.

La colpa della mancata uscita dal tunnel è sempre degli “altri”: ieri, dei gufi; oggi “di chiunque sta fuori dei confini “ (Franco Bechis), ossia dei paesi emergenti, dell’ISIS, del terrorismo, dei migranti. La realtà è che:

a) Non sono stati pagati i debiti che la P.A. aveva ed ha verso le aziende (60 miliardi pagati, su 129 dovuti);

b) I risparmi statali sono stati e saranno fatti sui ministeri (2,7 M nel 2016.. e 4,4 M nel 2017/18), sulla sanità (-4 M/anno, nel 2015-2016; – 8,5 M nel biennio 2017-2018….);

c) Si è azzerato il fondo per la riduzione della pressione fiscale (alimentato dai risparmi degli organismi centrali) che avrebbe dovuto servire al taglio delle tasse;

d) Non si è finanziato il piano della sicurezza;

e) Non sono stati rinnovati i CCNL. Al proposito vi ricordo che il DEF prevede che la spesa per gli stipendi della P.A. (=162 M nel 2015), sfiori i 164 M nel 2016 (per sblocco di alcuni comparti e per il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale) per stabilizzarsi a 163,5 M nel triennio 2017-2018-2019. Stipendi fermi, dunque, e nuova perdita del potere d’acquisto. “La spesa per redditi da lavoro dipendente è calata, dal 2009 al 2015, di circa 10 M.”, ha recitato la Banca d’Italia. Con stipendi così, l’inflazione non può che essere zero, diciamo Noi;

f) Ancora, sono stati massacrati e saranno massacrati (anni 2012-2018) i PENSIONATI , con leggi incostituzionali e con “mance ridicole” (2012-2016= restituiti 2 M invece di 14 M; 2017-2018= rapina ulteriore di 1 M !);

g) Hanno cercato di comperare il voto di intere categorie: 80 euro ai bassi redditi; 500 euro agli insegnanti; 500 euro ai diciottenni…con una politica alla LAURO;

h) Non è stato rottamato l’attuale sistema fiscale, enorme fonte di ingiustizia;

i) Non sono stati definitivamente risolti i problemi della scuola e della P.A.

NOI, che ci siamo dentro da una vita, sappiamo che la RIFORMA MADIA (dopo quella Brunetta) non porterà ad una vera riorganizzazione della struttura pubblica, centrale e periferica. I 4+1 COMPARTI (martedì 5/4), all’alba, non risolveranno i problemi della rappresentatività sindacale nè quelli dei rapporti con le parti sociali. Ormai è chiaro a tutti che: a) questo governo odia i sindacati, soprattutto quelli autonomi; b) questo governo non finanzierà correttamente i CCNL pubblici ma utilizzerà la “ mannaia compartimentale” per rimettere in discussione istituti contrattualmente definiti da decenni; c) rimetterà in discussione TABELLE, PARTE FISSA e VARIABILE dello stipendio; d) ridurrà gli incarichi dirigenziali.

Potete pensare che Io sia troppo critico verso questo governo.

Non è così, ma Noi italiani siamo dentro una democrazia parziale, siamo oppressi da una OLIGARCHIA politica ed affaristica, che sta impoverendo la classe media e sta- soprattutto- comprimendo sia il welfare che le poche certezze di una vita lavorativa. La possibilità di una carriera basata sul merito; una pensione certa ed intoccabile; tasse uguali per tutti, a parità di reddito reale.

Il problema è acuito da altre criticità. L’assenza di una opposizione vera e di una alternativa diversa e credibile; la sudditanza della Triplice; lo sfarfallamento del sindacalismo autonomo. Sfarfallamento da ridurre con strategie accorte e con una visione pragmatica dei problemi da risolvere.

Quali? Lo vedremo, passo dopo passo, nelle prossime settimane.


×

Iscriviti alla newsletter