Con due lettere inviate dalla Segreteria di Stato, firmate rispettivamente dal cardinale Pietro Parolin e dal Sostituto mons. Angelo Becciu, la Segreteria per l’Economia è stata informata che la revisione esterna dei bilanci della Santa Sede e della Città del Vaticano, affidata alla società PricewaterhouseCoopers, è stata sospesa.
LE RAGIONI DELLA SOSPENSIONE
Secondo quanto scrive Andrea Tornielli su Vatican Insider, “il problema non è legato al lavoro di PricewaterhouseCoopers, per altro appena alla fase iniziale: la società non si è comportata in maniera scorretta e non si tratta né di una responsabilità da parte di PwC né di una resistenza da parte della curia”. Si tratterebbe di possibili anomalie relative alla procedura che ha portato alla stipula del contratto.
CRITICO IL FINANCIAL TIMES
Ben più duro è il Financial Times, che scrive di una battuta d’arresto che “mette in evidenza come sia radicata l’opposizione agli sforzi di riforma di Papa Francesco”. Un’opposizione che albergherebbe “dentro segmenti della Curia romana e della burocrazia vaticana”, che è “tradizionalmente assai prudente su cambiamenti e modernizzazione”. Il quotidiano della City londinese arriva anche a chiedersi se la posizione del presidente dello Ior, Jean-Baptiste de Franssu, ora sia messa in discussione. Franssu che “è stato determinante nel condurre una pulizia dell’istituto, in precedenza visto come un hub per il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale”.
COLPO A PELL
Edward Pentin, del conservatore National Catholic Register, è stato il primo a dar conto dello stop imposto a PwC, commentando che “questo è un duro colpo per l’intero processo di riforma”. Il motivo? Secondo Pentin, “c’è stato uno choc” una volta appreso “quanto rigoroso sarebbe stata l’opera della società di revisione”. Gli standard internazionali, insomma, “sono avvertiti come un po’ invadenti”.
LA SORPRESA DEL PREFETTO
Il cardinale George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia, si è detto “un po’ sorpreso” per la decisione annunciata nelle due lettere della Segreteria di Stato, ma si è detto sicuro che la procedura di revisione “riprenderà a breve”. Pell, tra le altre cose, è stato ricevuto dal Papa giovedì scorso in udienza. Intervistato sull’argomento da Tv2000, il canale televisivo della Cei, mons. Becciu ha chiarito che “si tratta di una sospensione e non della chiusura del contratto. Si devono perfezionare alcuni accordi. Si devono rivedere alcuni articoli firmati con la parte contraente anche perché ci siamo accorti che il contratto non è stato firmato con l’organismo pertinente”.
LE DISPOSIZIONI DI BECCIU
Scrive John Allen sul portale americano Crux che la lettera inviata da Becciu il 12 aprile era perentoria e informava “tutti gli enti del Vaticano” che la revisione a opera di PwC era stata “immediatamente sospesa”. Con la postilla che tutte le lettere di autorizzazione rilasciate dai dicasteri alla società incaricata di controllare conti e bilancio dovevano essere revocate. Una smentita totale rispetto alle indicazioni che Pell aveva dato a fine febbraio: un documento circolare in cui si chiedeva agli enti di concedere subito i permessi necessari a PwC affinché potesse accedere ai bilanci.