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Cosa fa la legge di stabilità 2016 per il benessere in azienda

Il governo ha recentemente promulgato i decreti attuativi della legge di stabilità 2016. Alcune delle norme in essa contenute offrono nuove e interessanti opportunità alle aziende per coniugare il welfare con il sistema retributivo e premiante. La legge stabilisce che il premio di risultato possa essere corrisposto in benefit fino a un ammontare massimo di 2.500 Euro, concedendo un significativo sgravio contributivo: il premio che, se erogato in denaro, è tassato per il dipendente al 10%, viene esentato da imposte se corrisposto in servizi. L’azienda, inoltre, non dovrà pagare l’imposizione sulle retribuzioni, arrivando a risparmiare fino a circa il 30%. I bonus manageriali godono poi di una condizione ancora più vantaggiosa: infatti, la completa detassazione si applica senza porre alcun tetto all’ammontare. I benefit possono essere destinati anche ai famigliari del dipendente, tra questi: servizi di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria, culto, e servizi per i bambini (per esempio la ludoteca o la retta del nido) e per gli anziani (per esempio l’assistenza domiciliare).

La nuova legge di stabilità determina in questo modo un quadro normativo che promuove forme innovative di riconoscimento e premiazione all’interno del rapporto di lavoro tra azienda e dipendente.

La detassazione dei servizi nell’ambito del premio di produttività incentiva le aziende ad ampliare la propria offerta di agevolazioni e benefici nei confronti dei propri collaboratori, arricchendola con prestazioni che possiamo definire come la  parte “soft” del sistema di welfare. Il benessere psicofisico e il work life balance dei dipendenti sono due tra gli aspetti “soft” dell’area welfare che vengono maggiormente promossi dalle nuove agevolazioni. Prendiamo come esempio la promozione di stili di vita salutari. Alcune aziende già oggi incoraggiano le proprie persone a coltivare a 360 gradi la propria salute: offrono seminari su svariati argomenti inerenti la salute, sia fisica che psicologica, menù salutari in mensa, carrelli della spesa dietetici, biologici o macro-biotici, contributi per gli abbonamenti in palestra, eventi e occasioni per praticare sport o esercizio fisico e corsi di ginnastica, yoga e gestione dello stress in ufficio. Sul versante del work life-balance, alcuni datori di lavoro inseriscono servizi di cura dei bambini e assistenza agli anziani all’interno della propria offerta di benefit.

Tutti i servizi menzionati vengono spesso proposti all’interno di pacchetti di benefit flessibili, cioè un menù di servizi e agevolazioni tra i quali il singolo collaboratore può scegliere i benefit che meglio rispondono alle sue esigenze. Le aziende virtuose, grazie alla nuova legge di stabilità, saranno incentivate a trovare nuovi modi di promuovere il benessere dei propri collaboratori, godendo di vantaggi contributivi che azzerano l’imposizione fiscale al dipendente e allo stesso tempo diminuiscono l’incidenza complessiva del costo del lavoro per l’azienda.

Nel nostro contesto di timida ripresa della crescita economica, il mantra delle imprese italiane è la produttività, nel significato più ampio del termine: innovazione, qualità ed efficienza. Ridurre la pressione fiscale in ambiti che hanno a che vedere con il benessere delle persone rappresenta, allora, una scelta che guarda lontano: si agisce, infatti, su una leva, che, come è dimostrato da diverse ricerche in ambito organizzativo, crea maggiori livelli di soddisfazione nelle persone e ne accresce l’impegno nel lavoro, con impatti positivi sulla produttività.

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