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Ecco come Beppe Sala e Stefano Parisi si punzecchiano sul dopo Expo

Dopo aver ascoltato il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, i candidati a Palazzo Marino Stefano Parisi, Beppe Sala e Gianluca Corrado hanno esposto le loro idee sulla politica industriale di Milano. Quella che governeranno se dovessero diventare sindaci. Ecco le loro idee, mentre divampa la baruffa sulla candidabilità di Sala, fra accuse e smentite (qui il pezzo di ricostruzione e approfondimento).

LE RISPOSTE DI PARISI

“La mia proposta di governo della città trova ragion d’essere in tre pilastri ben identificati: sviluppo, occupazione, sicurezza”, ha detto Parisi, che ha poi aggiunto: “La collaborazione con il settore privato e con le imprese è fondamentale. L’occupazione la fanno gli investitori privati, dobbiamo fare in modo dunque di liberare le imprese dal peso della burocrazia e dalla pressione fiscale che a Milano è molto cresciuta in questi anni”. Poi sul paragone con le altre città ha detto: “Milano è in una situazione straordinariamente positiva rispetto ad altre città italiane, ma se rapportata con altre metropoli europee c’è ancora molto da fare. Il paragone con Roma? Non vale, ci vuole troppo poco”.

LE RISPOSTE DI SALA

La parola chiave delle idee di Sala è invece ‘internazionalizzazione’. “Sarà uno degli obiettivi fondamentali del mio mandato: dare ampio respiro a questa città”, ha detto. “Bisogna pensare alla Milano che va bene, che cresce, che produce ricchezza e bisogna, anche, pensare a quelli che di ricchezze ne hanno meno – ha aggiunto – Bisogna ridurre le tasse, al centro del problema c’è il tema della perequazione. Noi versiamo più risorse a Roma ma questo problema lo si affronta e lo si risolve tecnicamente non con le urla leghiste”. Una battuta poi sulla sicurezza:” Si si vuole far passare l’idea che Milano è la città dell’insicurezza e che ci siano grumi d’ansia, noi siamo a 180 gradi”. Al termine del confronto si è poi detto felice del clima del dibattito: “E’ una competizione dura, ma non perdiamo ami il garbo che i milanesi ci chiedono”.

LE RISPOSTE DI CORRADO

“La nostra proposta non è solo agli industriali ma si rivolge alla città. Gli industriali sono una delle basi fondanti della nostra comunità e, quindi, vanno quindi valorizzati”, ha detto il candidato del movimento 5 stelle Gianluca Corrado.

BOTTA E RISPOSTA TRA SALA E PARISI SU EXPO

Poi, gli animi si sono accessi con un battibecco tra Sala e Parisi in merito ad Expo. La discussione prende avvio da un intervento di Parisi sul ritardo della progettazione di Expo, attribuito all’attuale amministrazione comunale. “Se si vuole fare passare l’idea che l’amministrazione comunale ha dormito 5 anni sul post Expo, dico che il post Expo andava progettato quando è stato progettato Expo, quando c’erano i litigi fra Moratti e Formigoni. Peraltro, ricordo che in Arexpo non c’è solo il Comune ma anche la Regione”, ha detto piccato Sala. La risposta di Parisi non si è fatta attendere: “Evitiamo che la politica degeneri. Letizia Moratti ha lottato con le unghie e i denti, ha fatto di tutto per Expo, e ti ha voluto come city manager. Dire che lei e Formigoni litigavano è sbagliato”. E qui sono arrivati i primi assensi nei confronti delle parole di Parisi da parte della platea. Parisi ha aggiunto poi: “Non saresti qui oggi se non ci fosse stata Letizia Moratti”. E’ scattato l’applauso. Ma Sala non si è fatto intimorire e ha spiegato: “La mia critica a Letizia Moratti non è sulla gestione della città ma sulle polemiche con Formigoni, che hanno paralizzato Expo. E’ un dato di fatto. La storia dovrebbe riconoscere il fatto che Milano così come è ora è grazie ad Expo, e invece i tuoi alleati continuano a fustigare Expo e lo fanno soprattutto da quando io sono sceso in politica”.

LA PROTESTA DI CAPPATO E MARDEGAN

Nel frattempo, fuori alla sede di Assolombarda, un nutrito gruppo di militanti radicali capitanati da Marco Cappato, candidato sindaco della lista “Federalisti, laici, ecologisti, radicali con Cappato Sindaco” chiedeva le ragioni dell’esclusione dal dibattito. “Perché Assolombarda non si confronta anche con noi ‘sporchi liberisti’?” si legge su un volantino distribuito dai Radicali. L’ex europarlamentare ha aggiunto: “Coloro che vorrebbero rispondere alla domanda di welfare e investimenti attraverso la crescita della spesa pubblica e del debito si chiamano liberisti selvaggi. Sono proprio i liberisti selvaggi radicali gli unici con i quali anche questa volta Assolombarda ha deciso di non confrontarsi”. Anche Nicolò Mardegan, candidato sindaco della lista civica NoixMilano ha avuto qualcosa da ridire in merito alla presenza in Assolombarda soltanto di Parisi, Sala e Corrado. “Tutti i candidati hanno ugual diritto di comunicare, confrontarsi e proporsi alla città; tale diritto è garantito dal principio di par condicio elettorale. Il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, ha replicato così: “Noi abbiamo fatto una scelta, come in altre campagne elettorali in giro per il mondo, di invitare i primi tre candidati secondo i sondaggi, in questo momento. Queste cose hanno dei limiti impliciti, noi siamo lieti di avere tanti candidati positivi per la città, ma abbiamo fatto una scelta coerente con quelle che si fanno nel mondo”.



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