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Facciamo Piazza Pulita delle pensioni?

Non ci piace parlare male dei giornalisti, come non ci piace sentire denigrati i medici. Sia i giornalisti che i medici, però, non possono pretendere di essere dei tuttologi plurispecialisti; ne abbiamo avuto la chiara percezione vedendo la puntata di Piazza pulita.

LA CRONACA

Si è partiti con una lunga intervista a Tito Boeri, suddivisa in due parti. “I nati negli anni ottanta andranno in pensione a 75 anni, ma la pensione pubblica sarà legata ai contributi versati – ha affermato Boeri – quindi, i giovani dovrebbero chiedere di avere un retto più basso, in cambio di contributi più alti. Il tasso di disoccupazione dei giovani sfiora il 40 per cento, quindi ci vuole un meccanismo solidaristico. Quale? Il contributo di solidarietà da parte degli 850.000 pensionati over 3.000 euro lordi/mese. Non esistono diritti previdenziali acquisiti, tranne nel caso che siano stati versati contributi adeguati. Le leggi possono cambiare le regole (es. tassa sulla casa). Dico no ai diritti acquisiti intoccabili. Il ricalcolo dei vitalizi dei politici consentirebbe un risparmio di 200 milioni di euro l’anno. L’Inps si candida a gestire queste pensioni politiche”.

Queste dichiarazioni hanno scatenato la reazione di Barisoni, Vice Direttore della Radio 24 ore, che ha ribattuto: “Boeri parla troppo […] Il diritto acquisito è un tema politico […] Con queste dichiarazioni si evoca paura nella gente […] Non c’e’ sintonia tra il governo e Boeri. Anche il Governo dovrebbe parlare poco di pensioni […] No ai provvedimenti spot, sì a una revisione della Fornero […] Chi è andato in pensione in modo corretto potrebbe dare (e già lo fa dal 2008) un contributo, ma all’interno di un patto intergenerazionale”.

Per Maurizio Belpietro “Boeri deve stare zitto […] La mia campagna pluriennale sui vitalizi parlamentari non ha prodotto modifiche legislative […] Esistono categorie privilegiate (piloti, prefetti, sindacalisti) che hanno pensioni superiori ai contributi. Va separata la previdenza dall’assistenza: oggi il 52 per cento delle pensioni sono assistenza e non previdenza, perché a carico della fiscalità generale”.

Secondo Gennaro Migliore “i soldi dei contributi di solidarietà (censurati dalla Consulta) sono serviti a salvaguardare – per 7 volte- gli esodati. L’UE ci ha detto di non modificare la Fornero….le future pensioni saranno costruite sui contributi versati, quindi sulla storia lavorativa di ciascuno…La flessibilità in uscita potra’ essere o volontaria od obbligata (licenziamento, chiusura di attività, malattia)”.

Insiste Barisoni: “Boeri terrorizza 16 milioni di pensionati. I conti Inps sono ok”. Interviene Socci: “La pensione ai giovani la si crea creando lavoro e non rubando ai pensionati over 3.000 euro lordi/mese. Va separata l’assistenza dalla previdenza. Le tasse sulle nostre pensioni sono le più alte d’Europa”.

Di nuovo Belpietro: ” Il contributo di solidarietà va applicato a tutti, pensionati e lavoratori attivi. E va messo a carico della fiscalità generale”.
Riprende Barisioni: “Non vanno fregati i pensionati […] Se li si spaventa, non consumano […] I vecchi, oggi, mantengono i giovani […] Occorre fare un pacchetto globale per giovani e per vecchi”.

Breve intervista a Mastella: “Boeri è stravagante e apocalittico […] Sente l’aria romana […] Se necessario, sono favorevole a una patrimoniale”.

Arriva Perotti, bocconiano, quello che, dopo Cottarelli, ha cercato di proporre, inutilmente, una spending review con tagli di spesa sui 25 miliardi. Dice di essere amico di Boeri, che ha presentato un progetto di riforma pensionistica, non considerato dal Parlamento. “Boeri rifiuta il giro delle 7 chiese e perciò  è bombardato da tutti. Boeri non si è mai sognato di toccare le pensioni inferiori a 3.000 euro. Ma solo quelle superiori, per la parte eccedente i contributi versati, chiedendo l’1 per cento”.
Nuovo pezzo di intervista a Boeri: “Gli immigrati non sono un costo: pagano 8 miliardi di contributi/anno e ne incassano 3 di pensione! Valgono un punto di Pil. Gli immigrati sono un dono”.

Perotti: “Non solo non si è tagliata la spesa, ma ci sono stati altri 20 miliardi di nuova spesa. Non si conoscono in dettaglio i capitoli di spesa”.

Migliore: “Abbiamo tagliato le tasse. Abbiamo dato gli 80 euro, aumenteremo le pensioni minime. Il riscatto della laurea costerà di meno”.

Perotti: “La legge di stabilità ha tagliato 2 miliardi alla sanità ma non ha tagliato i costi della politica”.

Belpietro: “Con la legge di stabilità sono state tagliate 203 prestaazioni specialistiche, in una Italia che invecchia”.

IL COMMENTO

Invano Formigli ha cercato di far dire agli intervenuti che le pensioni dai 3.000 euro lordi in su sono inique. Invano.

Per tutti, Barisoni e Belpietro hanno interrotto il discorso con argomentazioni tecniche. Ma l’insistenza con cui si attaccano le pensioni pubbliche degli ex-dirigenti di stato e parastato è veramente “populistica” (aggettivo morbido). Non si conoscono i conti Inps e si pretende di tagliare le pensioni “degli altri”, invece di pensare ai problemi dell’Inpgi, la cassa dei giornalisti. Qualcuno dovrebbe regalare a Formigli e ai conduttori di talk-shows alcune tabelle diffuse da Baretta, tabelle che testimoniano come, nel bilancio Inps, la previdenza sia in pareggio (se non in attivo) e il buco Inps nasca dall’assistenza.

Assistenza non finanziata correttamente dai Governi, anche con colpa dell’Inps, inclusa la gestione Boeri che, tra una ciancia e l’altra, non ha messo a posto le voci reali del Bilancio Inps, separando nettamente quelle assistenziali “pure” da quelle previdenziali. Un esempio su tutti: le “pensioni sociali”, quelle sui 500 euro al mese, non sono “pensioni” ma “assistenza alla povertà “.

Boeri che, tra una ciancia e l’altra, non ha riorganizzato l’Inps, riducendone i costi. Boeri che non ha neppure messo sul sito Inps i numeri 2015 relativi alle fasce economiche dei pensionati. Boeri che non è ancora riuscito a far sincronizzare le banche dati Inps ed ex-Inpdap. Boeri che non risponde alle raccomandate dei pensionati furibondi.

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