Due giorni fa è stata annunciata la riapertura dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, in Sicilia. Era lo stabilimento più debole del Gruppo Fiat in Italia. Ora ha una prospettiva solida: fabbricherà componenti per le produzioni del Gruppo.
Con la fabbrica siciliana, a questo punto, la Fiat ha riaperto o rilanciato tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo. Nello stesso giorno è circolata la notizia che la Fiat sarebbe impegnata con Google nella ricerca sull’auto del futuro. Smentite tutte le malauguranti previsioni della Fiom e di una “certa” sinistra (indovinate quale).
La Fiat va forte: crea occupazione, sviluppa nuovi modelli, potenzia la ricerca. Secondo Landini e soci, l’internazionalizzazione del gruppo e la fusione con la Chrisler avrebbe portato alla delocalizzazione della Fiat dall’Italia. E, inoltre, il gruppo secondo la Fiom, l’uccello del malaugurio, si sarebbe economicamente indebolito.
La realtà: dopo un buon 2015, la Fiat ha annunciato un primo trimestre record per il 2016 con Ebit e consegne di auto a livelli record, nonostante la perdurante crescita lenta dell’economia italiana ed europea. È l’opposto della profezia iettatoria di Landini e della sinistra: l’internazionalizzazione ha salvato la Fiat. Dovrebbero cospargersi il capo di cenere e chiedere scusa a Marchionne.