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Guerra di carta tra Giornale, Libero e Foglio su Renzi e Berlusconi

Di Bruno Guarini e Andrea Picardi

Le stilettate negli ultimi anni non sono mai mancate fra i quotidiani vicini al centrodestra. Però tutti erano consapevoli, compresi i protagonisti, di far parte comunque di una comune casa politico-culturale: quella dell’aggregazione liberale e moderata assemblata da Silvio Berlusconi. Questo non ha impedito negli anni gli sbuffi del Foglio ferrariano verso gli altri quotidiani di area più ortodossi nel berlusconismo. Così come Giornale e Libero non hanno esitato talvolta a biasimare il doppio binario del quotidiano Il Foglio: berlusconiano tendenza Veronica, secondo la definizione dello stesso Ferrara, dunque eterodosso, ma pur sempre berlusconiano, anzi arci-berlusconiano a volte, e liberista a corrente alternata visti i finanziamenti pubblici incassati negli anni, come il Giornale ha sovente (e soavemente) rimarcato in passato.

(LE FESTE DEL FOGLIO FONDATO DA FERRARA VISTE DA UMBERTO PIZZI. LE FOTO)

Ma con il disfacimento del centrodestra berlusconiano, e soprattutto con il governo di Matteo Renzi, le baruffe solo politiche sono diventate anche editoriali e giornalistiche fra colleghi ed ex colleghi. Oggetto degli sbuffi attuali è Silvio Berlusconi, a seconda dei casi criticato, difeso o dato addirittura per finito da direttori ed editorialisti di “area”.

(ALESSANDRO SALLUSTI VISTO DA UMBERTO PIZZI. TUTTE LE FOTO)

L’ultimo capitolo di un botta e risposta che va avanti ormai da giorni (come ha raccontato Formiche.net attraverso i corsivi dell’editorialista Francesco Damato) lo ha scritto Alessandro Sallusti sul Giornale di oggi. Il direttore del quotidiano fondato da Indro Montanelli ha risposto all’articolo con cui ieri Claudio Cerasa si chiedeva sul Foglio cosa ci facesse il Cavaliere nel fronte del No alla riforma della Costituzione in compagnia di Marco Travaglio Gustavo Zagrebelsky.

(VALTER MAINETTI, NUOVO PROPRIETARIO DEL FOGLIO, VISTO DA PIZZI. LE FOTO)

Il direttore del Foglio – quotidiano un tempo berlusconiano e oggi fieramente renziano e nel frattempo divenuto di proprietà di Valter Mainetti – ha definito senza mezzi termini “un errore” la decisione del presidente di Forza Italia di schierarsi tra coloro che si oppongono alla revisione della Costituzione (qui il suo editoriale). “Caro Cav. ci ripensi“, ha invocato più volte Cerasa, che ha ricordato come Berlusconi sia stato tradizionalmente a favore della riforma della Costituzione, compresi i primi passaggi di quella renziana prima della rottura sull’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella. A tal proposto, il direttore del Foglio ha anche lungamente citato un discorso – completamente pro riforme – pronunciato da Berlusconi nel 1995.

(GIULIANO FERRARA IMMORTALATO DA UMBERTO PIZZI. LE FOTO)

24 ore dopo dalle colonne del Giornale giunge la risposta di Sallusti. Un editoriale dal titolo non equivocabile: “Quelli che cambiano idea“. Ovvero, il Foglio diretto da Cerasa. “Non è con piroette linguistiche e artifici giornalistici che si fa il bene del Paese“, ha scritto Sallusti. Quindi, l’invito al Foglio – ritenuto renzian-verdiniano da Sallusti – a porsi alcune domande su Renzi, al pari di quanto fatto con Berlusconi: “Suggerisco ai colti colleghi un altro scoop: pubblicare le frasi virgolettatte con cui Renzi solo pochi anni fa bocciava senza appello la chiusura del Senato e la fine del bicameralismo perfetto perché si dava troppo potere all’esecutivo“.

(VITTORIO FELTRI VISTO DA UMBERTO PIZZI. TUTTE LE FOTO PIU’ RECENTI)

Nulla ha scritto, invece, Sallusti a proposito dell’editoriale che ha segnato il nuovo esordio (come aveva anticipato Dagospia) di Vittorio Feltri come firma di punta di Libero. Fresco di rientro al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro e considerato firma-immagine (e non solo) del progetto Libero-Tempo – una volta che sarà perfezionato l’acquisto da parte della famiglia Angelucci che possiede Libero Feltri non le ha mandate a dire al Cavaliere. Titolo del commento: “Ecco perché penso che Berlusconi sia finito“. Il fondatore di Forza Italia è descritto come “qualcosa di simile” a “una macchietta“, “schiavo del cerchio magico“, che ha accumulato “una serie di errori che non avrebbe commesso neppure il suo maggiordomo“. Da qui la previsione di Feltri: “Berlusconi a Roma perderà le elezioni dopo aver perso la faccia” mentre – secondo l’editorialista di Libero – Renzi vincerà al referendum confermativo d’ottobre. Appuntamento alla prossima (moderata) baruffa.



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