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Cosa cambia con l’arrivo di Lieberman nel governo di Netanyahu

A un anno di distanza dalle elezioni politiche, indette anticipatamente dal leader del Likud Benjamin Netanyahu, è di nuovo area di cambiamenti all’interno della Knesset israeliana.

Il ministro della Difesa Moshe Yaalon ha abbandonato l’incarico per fare spazio, seppur contro voglia, a Avigdor Lieberman, leader del partito della destra nazionalista Yisrael Beiteinu.

LA MOSSA DI BIBI

Sebbene la notizia abbia provocato scalpore, è da qualche tempo che il primo ministro israeliano corteggiava l’amico-nemico Lieberman, affinché il suo partito, Yisrael Beiteinu, entrasse a far parte della coalizione di maggioranza. La mossa di Bibi si inscrive in un progetto politico di più ampio respiro, finalizzato ad accrescere il numero di seggi che la coalizione di governo ha attualmente in Parlamento. “L’entrata nel governo di Yisrael Beitenu potrebbe costituire un ulteriore aiuto per Netanyahu che non ha rinunciato alle sue ambizioni di espandere il numero di seggi che la coalizione di governo al momento detiene”, scrive il quotidiano egiziano Al-Ahram.

Eppure, nemmeno un mese fa, Netanyahu, parlando per conto del partito, aveva descritto Lieberman come un “pigro dilettante, un chiacchierone, a stento capace di fare l’analista in campo militare”, riporta l’israeliano Haaretz.

PER HERGOZ NON C’è SPAZIO

La scorsa settimana, il premier israeliano ha dato ufficialmente il via a dei negoziati affinché Lieberman si unisse alla sua squadra di ministri. L’offerta fatta al leader del partito nazionalista sembra aver suscitato l’invidia di molti – a quanto pare – dal momento che anche il numero uno del partito d’opposizione laburista, Isaac Herzog, “aveva espresso la sua volontà di unirsi alla coalizione di governo guidata da Netanyahu”, riporta Al-Ahram. Desideroso di creare un governo di larghe intese, per lavorare concretamente al raggiungimento di un accordo di pace con i vicini palestinesi, il piano del leader dell’opposizione è stato spazzato via dalle ultime novità del governo Netanyahu. Secondo Herzog “Netanyahu si è confrontato con una decisione storica e, scegliendo Lieberman, ha deciso di intraprendere un viaggio fatto di guerre e funerali, piuttosto che un percorso di speranza […] Noi non negozieremo in parallelo con Lieberman”, scrive il quotidiano egiziano. I laburisti hanno attribuito la responsabilità del mancato accordo al leader del partito, accusato di aver fallito nel ricavarsi un posto nella coalizione di maggioranza.

LA ROTTURA E POI LE DIMISSIONI DI YAALON

La rottura tra Netanyahu e Yaalon risale a marzo, quando il ministro della Difesa ha criticato il gesto di un soldato israeliano, ripreso mentre sparava a un assalitore palestinese già ferito. Il ministro della Difesa è sempre stato in disaccordo con le modalità adottate dal governo per gestire la questione palestinese e più volte si è scontrato con la maggioranza sul ruolo dell’esercito nella società. Venerdì scorso, poi, sono arrivate le dimissioni ufficiali. “Ho detto al primo ministro, questa mattina, che a casa della sua condotta, e per via della mia mancanza di fiducia nei suoi confronti, mi ritiro dalla Knesset e mi prendo una pausa dalla vita politica”, ha scritto Yaalon su Twitter.
“Sfortunatamente elementi estremisti e pericolosi hanno avuto la meglio nel Likud e questo minaccia la società israeliana. Questo non è il Likud a cui io mi sono unito”, ha commentato Yaalon.

CHI E’ LIEBERMAN

Ma chi è il nuovo ministro della Difesa? Secondo Al-Jazeera, Liebernam, 57 anni, “è uno dei politici più radicali del Paese. Per oltre tre decadi, questi è stato uno degli alleati più stretti di Netanyahu e, al contempo, un suo duro rivale”. Noto per una linea politica da sempre intransigente nei confronti dei vicini palestinesi, Lieberman vive nei territori occupati dai coloni israeliani, all’interno della West Bank; insediamenti che la Comunità Internazionale considera illegali, oltre che uno dei maggiori ostacoli al raggiungimento di un accordo di pace tra le parti.

Circa un mese fa, Lieberman ha affermato che, in qualità di ministro della Difesa, “avrebbe dato al leader di Hamas, Ismail Haniya, ventiquattro ore di tempo per rilasciare gli israeliani detenuti dall’organizzazione terroristica e restituire i corpi dei soldati uccisi durante il conflitto del 2014. In caso contrario, sarebbe morto”, scrive il quotidiano egiziano Al-Ahram. Lieberman, in realtà, non ha mai tenuta nascosta la totale mancanza di fiducia nutrita pure nei confronti del Presidente palestinese Mahmud Abbas. Il ministro degli Esteri palestinese, giovedì, ha affermato, con in pizzico si ironia, che l’entrata nel governo di Lieberman avrebbe costituito una buona notizia per “i coloni e gli ultra-estremisti”, riporta Al-Ahram.

Lieberman ha anche proposto di “condannare a morte i membri palestinesi del Parlamento israeliano, accusati di aver preso contatti con Hamas”, ed è stato uno dei promotori del cosiddetto “loyalty oath”, un emendamento alla legge sulla cittadinanza che impone ai cittadini israeliani di conservare lo status, scrive Al-Jazeera.

COSA CAMBIA CON LIEBERMAN ALLA DIFESA

“Se Lieberman prendesse definitivamente il posto di Yaaolon, il ministero della Difesa passerebbe dalle mani di un uomo che ha ricoperto ruoli di comando in alcune delle unità più prestigiose dell’esercito israeliano, a quelle di un uomo che a malapena ha militato tra i ranghi di uno dei reparti più bassi”, commenta The Daily Star. Inoltre, in qualità di ministro della Difesa, Lieberman si ritroverebbe a negoziare con alcuni Stati limitrofi per gestire delicate questioni sulla sicurezza. Il punto è che, durante gli anni passati alla guida del ministero degli Affari esteri, le parole spese da Lieberman per alcuni di questi Paesi non sono sempre state tra le più concilianti. Si pensi all’Egitto e a quando il super falco invitò l’allora Presidente Mubarak “ad andare all’inferno” o suggerì a Israele “di bombardare la diga di Assuan”, scrive The Daily Star.



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