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Perché aborro neostatalismi e neogrillismi

Desidero ringraziare i nostri ospiti e gli amici che hanno accettato di partecipare a questo Convegno. Il mio non è un intervento e neppure una introduzione, perché – volutamente – l’introduzione è rappresentata dal titolo stesso del nostro appuntamento:

NEOSTATALISMI E NEOGRILLISMI. E LE LIBERTA’ ECONOMICHE?

Temi: dalle banche alle reti, dalle tasse alla spesa pubblica, dal debito alle mancate privatizzazioni: a sinistra e a destra solo interventismo e Stato costoso e impiccione? Occorre una nuova offerta politica (e di politica economica) aperta al mercato.

Come diceva un’antica canzone, “non c’è niente da capire”, il problema è esattamente questo.

Nell’attuale scenario politico italiano, noi vediamo schierati, da sinistra verso destra, cinque forze:

1. una sinistra-sinistra, che vorrei chiamare “sinistra regressista”, “sinistra reazionaria”, che almeno ha il pregio della chiarezza: più tasse, più spesa, tutto pubblico, eccetera;

2. un Governo che, al di là delle migliori intenzioni, è incamminato sulla stessa strada dei Governi Berlusconi: spesso dice le cose giuste, ha quasi sempre i nemici “giusti”, ma poi, in concreto, accetta sistematicamente la dimensione degli “zero virgola” e della gestione “catenacciara” dello status quo sui punti essenziali: tasse-spesa-debito; e semmai, su alcuni punti essenziali (reti, banche, eccetera) ripropone logiche interventiste e dirigiste; il tutto, anche qui secondo un cammino già percorso dal centrodestra, mascherando con propaganda e espedienti di congiuntura;

3. l’opposizione grillina che, scie chimiche a parte, quando si tratta di economia, investe tutto su “acqua pubblica e beni pubblici” da un lato, e reddito di cittadinanza dall’altro, in una visione tutta difensiva, non di spinta, per la quale risorse immense sarebbero bruciate in una operazione che non creerebbe crescita e ricchezza;

4. l’opposizione di Forza Italia che, nell’ultima occasione in cui ha parlato di programmi, ha inanellato: dentiere per le nonne, pensioni per le mamme, pensioni per tutti a mille euro (e lascio da parte il recente idillio con la Camusso…);

5. l’opposizione di Lega-Fdi che, accanto a un richiamo condivisibile al taglio di tasse, fatica molto (a essere generosi) a esprimersi chiaramente sui tagli di spesa corrispondente, si attesta sulla difesa delle municipalizzate e del pubblico, ha le posizioni sulle pensioni che conosciamo, e così via.

Nel Palazzo, al di là della fiammella rappresentata in Parlamento da noi Conservatori e Riformisti (cito una sola cosa: per due volte, 16 mesi fa e poi 4 mesi fa, la proposta di un taglio-choc di tasse e spesa, di 48 miliardi, di cui 24 il primo anno, con emendamenti alle leggi di stabilità dichiarati ammissibili tecnicamente perché coperti), assistiamo a un deserto desolante.

Fuori dal Palazzo, come testimonia la forza e l’energia intellettuale dei nostri ospiti, per fortuna, c’è più ossigeno: nel mondo produttivo, nel mondo scientifico e accademico, in luoghi di elaborazione culturale, c’è una domanda di politiche liberali e pro-mercato.

Manca la corrispondente offerta politica. Nel rispetto dell’autonomia di ciascuno, noi desideriamo offrire – non solo oggi, ma nella stagione che si apre – un luogo di discussione, di elaborazione e di coagulo, per capire come questa offerta politica possa essere nuovamente imbastita.

Ai relatori chiediamo di dire con grande libertà la propria opinione. Se vogliono, concentrandosi su uno degli aspetti del problema (tasse, tasse e spesa, debito, banche, reti, privatizzazioni al palo, eccetera); se vogliono, anche ragionando su un vuoto che deve essere presto colmato dentro e fuori il Palazzo.

Le conclusioni politiche saranno tratte da Raffaele Fitto.

Grazie.

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