Caro direttore,
il declino che sta caratterizzando la politica negli ultimi anni induce a riflessioni amare e preoccupate per il nostro futuro e per quello dei nostri figli. Il sogno del “paradiso” in terra che avevamo creduto di aver raggiunto nel passato, in pochi anni è svanito. Ci si è accorti che la povertà esiste ancora, che le ingiustizie sociali sono con prepotenza ritornate, che la pace e il benessere conquistati dai paesi europei dopo la seconda guerra mondiale stanno diventando solo un bel ricordo, che le autonomie locali, in primis in comuni, hanno perso quel vigore democratico e di autonomia, fondamentali per il buon governo delle città, che la politica tout court sta diventando sempre più ancella servile, dalle periferie al centro, di ben individuati gruppi di potere economici e finanziari, facendo scomparire di conseguenza gli interessi popolari e della gente comune.
Non a caso nelle più grandi città italiane dove si voterà il 5 giugno prossimo c’è una proliferazione abnorme di liste, espressione di interessi parcellizzati che poco hanno a che vedere con l’interesse generale di una comunità. Difronte a tale scenario non si può rimanere inerti e silenti, ragione per la quale ho deciso di candidarmi, dopo decenni di riposo attivo, come consigliere comunale di Napoli nella lista dell’UDC. L’UDC, il partito dello Scudocrociato, il mio riferimento politico storico, che ancora considera attuali i valori di libertà, di democrazia, di partecipazione e che nella sua esperienza, dalle origini, ha sempre avuto bene impressa l’importanza delle “autonomie locali”, istituzioni primarie e fondamentali della nostra Repubblica. Tenterò, se è possibile, di dare una mano alla causa: bisogna scuotere le coscienze più avvedute per costruire su basi concrete e nuove il governo della città, da troppo tempo tutto ripiegato su se stesso, incapace di dare qualche segnale di rivitalizzazione alla vita amministrativa partenopea.
L’Udc è in alleanza con i partiti di centrosinistra, collegata al candidato sindaco Valeria Valente, anche se non c’è totale sintonia dal punto di vista politico e programmatico. Si spera che lungo il percorso, ad iniziare dalle priorità programmatiche, molte cose possano essere chiarite. Un nuovo disegno urbanistico è necessario per Napoli, soprattutto in relazione al problema Bagnoli, Universiadi, cittadella universitaria, polo tecnologico e di ricerca, futuro del centro storico, assetto del territorio a Napoli-Est. Tutto dovrebbe essere coniugato armonicamente con le realtà comunali dell’Area metropolitana. Da qui si dovrebbe partire per produrre crescita, sviluppo e benessere, altrimenti i nuovi posti di lavoro sono una vera e propria chimera.
Questa è una visione, seppure sintetica e non presuntuosa, di una Napoli che ha voglia di uscire dal sottosviluppo, dalla povertà, dalla cappa opprimente dell’emarginazione, dal soffocamento della criminalità.
Con amicizia e stima,
Raffaele Reina