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Ritrovati rottami dell’aereo Egyptair precipitato

L’esercito egiziano ha annunciato il ritrovamento dei primi rottami del volo MS804 della Egyptair scomparso dai radar alle 02:45 della notte tra mercoledì e giovedì mentre sorvolava l’isola greca di Karpathos. L’aereo era decollato da Parigi diretto al Cairo, ed è precipitato misteriosamente nel Mediterraneo con a bordo 66 persone tra passeggeri ed equipaggio. Anche il ministero della Difesa greca conferma la notizia, parlando del ritrovamento anche di alcuni corpi. Nella serata di giovedì era sembrato che con le ricerche, portate avanti ininterrottamente da decine di mezzi egiziani, greci, francesi, inglesi ed americani, si fossero rintracciate parti dell’Airbus, ma il ritrovamento, annunciato anche dalla compagnia aerea, è stato smentito qualche ora dopo.

LE RICERCHE

I rottami rinvenuti oggi in due occasioni distinte hanno permesso di circoscriver momentaneamente l’area di ricerca ad un aerale di una sessantina di chilometri. L’Agenzia Spaziale Europea ha reso pubblica un’immagine del satellite Sentinel-1 in cui si vede una macchia in mezzo al mare nel punto in cui potrebbe essere precipitato il velivolo: potrebbe trattarsi del carburante perso dal velivolo. Una nuova foto è stata pubblicato dopo 12 ore, dalla quale si vede lo spostamento della macchia di circa cinque chilometri. Le parti di cui si parla, due sedili, delle valige, resti umani, sono state rinvenute nel Mar di Levante, decine di chilometri a sud di Karpathos, che come ha spiegato il Post è la parte più profonda del Mediterraneo dove “in media il fondale è a 2.500 metri, ma si raggiungono i 4.400 metri nei punti più profondi”. Le condizioni della batimetria complicano le ricerche, come ovvio. Egyptair ha scritto in un tweet che il ritrovamento di questa mattina è avvenuto a 295 chilometri dalla costa egiziana, distanza che coincide con quanto noto a proposito della perdita di contatto radar.

CHE COSA SAPPIAMO

bbc_inversione_egyptairPer il momento non ci sono ricostruzioni di quale sia stata la causa che ha provocato la caduta del velivolo, le indagini sono ancora in corso e ritrovare le parti, principalmente le scatole nere, è una necessità cruciale. Quel che è noto, dalle ricostruzioni rese possibili attraverso gli ultimi segnali radar inviati dall’aereo, compreso quello d’emergenza partito in automatico due ore la perdita di contatto, è che l’esperto pilota (il capitano Mohamed Said Shoukair, che aveva più di 6.275 ore di volo) era d’ottimo umore durante l’ultima comunicazione entrato nello spazio aereo della Grecia. Successivamente l’Airbus ha compiuto una secca virata fuori rotta di 90 gradi e poi un giro completo su stesso a cui è seguita una perdita repentina di quota da 11mila metri a tremila. Dietro alle notizie che arrivano c’è stata molta frenesia e a tratti propaganda, rendendo il tutto più confuso (vedi l’esempio del ritrovamento dei rottami riportato da tutte le fonti di informazioni ieri sera). È possibile che servano giorni, forse settimane, per avere una ricostruzione affidabile di quanto accaduto. Per il volo MH370 della Malaysia Airlines, misteriosamente scomparso l’8 marzo 2014 nel Pacifico, ancora non s’è giunti a niente di definitivo, anche perché i rottami non sono mai stati recuperati.

LA PISTA TERRORISTICA

Con il passare del tempo, sebbene non ci siano evidenze a conferma, la pista terroristica ha preso sempre più piede. Complice anche il fascino dello scenario e alcune supposizioni tecniche: se si fosse trattato di un guasto, il pilota avrebbe lanciato il segnale, sostengono gli esperti, e l’aereo sarebbe planato più dolcemente. Ricostruzioni per ora completamente basate su mere ipotesi hanno parlato di una colluttazione in cabina, da lì la deviazione ad angolo retto, e poi dell’esplosione dell’aereo in volo. A dar manforte alla tesi, un video fatto circolare da alcuni media più disattenti, che sarebbe stato la testimonianza ripresa da alcuni pescatori greci che si trovavano nel tratto di mare di sotto, in cui si vedeva il velivolo diventare “una palla di fuoco in aria”. In realtà il Monde ha smascherato la bufala, ricostruendo che quel video era stato girato nel dicembre del 2015 in California. A supporto della tesi terroristica anche le dichiarazioni di alcuni funzionari del governo egiziano, che l’hanno definita come la più probabile, e supposizioni dei servizi segreti russi; è da notare che stavolta il governo del Cairo sembra quasi cavalcare la pista terroristica, mentre ancora non ha definitivamente classificato attentato l’esplosione a bordo dell’aereo della russa Metrojet del 31 ottobre scorso. Inoltre, fonti anonime della Difesa americana hanno detto di propendere per l’atto terroristico come possibilità più probabile, ma anche su queste c’è stata una pennellata di cautela, passata direttamente dalle dichiarazioni del portavoce della Casa Bianca: altri funzionari anonimi dell’intelligence americana hanno poi detto alla Reuters che dai dati satellitari da loro analizzati non ci sono evidenze che si sia trattato di un attentato. Si era parlato anche di una rivendicazione dello Stato islamico, indiziato numero uno per la sua forte e combattiva presenza nel Sinai, che però non è mai esistita. Almeno per il momento.

LE PREOCCUPAZIONI

Effettivamente la pista terroristica è quella che desta più preoccupazione, perché significherebbe che un ordigno a bordo avrebbe passato i controlli dell’aeroporto centrale di Parigi, lo Charles de Gaulle, uno dei principali scali europei. A questo proposito Daniele Raineri, giornalista del Foglio che si occupa anche di terrorismo, ha avuto su Twitter una chiave di lettura molto razionale: se effettivamente qualcuno avesse avuto possibilità di superare i controlli dello scalo parigino, allora avrebbe puntato ad un bersaglio più grosso piuttosto che al volo della compagnia egiziana con poche decine di persone a bordo. Restando comunque nel campo delle supposizioni, è invece interessante ripercorrere le tappe battute lo stesso giorno dall’Airbus, che è passato sia per la Tunisia che per l’Eritrea, dove i controlli sono più laschi, e dove potrebbe essere stato più facile organizzare l’attentato.

(Foto: Wikipedia, l’Airbus Egyptair SU-GCC precipitato, ripreso in atterraggio all’aeroporto Ataturk di Instabul nel 2015)

 

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